Confindustria Vicenza e sindacati provinciali (Cgil, Cisl e Uil) hanno siglato oggi (martedì 8 marzo) a Palazzo Bonin Longare, sede degli industriali vicentini, un accordo in tema di molestie e violenze nei luoghi di lavoro. Si tratta di un passo con il quale viene recepito in provincia un accordo quadro esistente a livello europeo contro i casi di violenza o minaccia all'interno dell'azienda. A firmare il documento sono stati il presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto, il segretario generale provinciale Cgil Marina Bergamin, il segretario confederale Cisl Lorenza Leonardi e il segretario generale provinciale Uil Grazia Chisin.

Nell'intesa industriali e sindacati ribadiscono alcuni princìpi di base inviolabili: “Ogni atto o comportamento che si configuri come molestie o violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile; è pertanto riconosciuto il principio che la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori non può essere violata da atti o comportamenti che configurano molestie o violenza; i comportamenti molesti o la violenza subiti nel luogo di lavoro vanno denunciati; le lavoratrici, i lavoratori e le imprese hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali, basate su principi di eguaglianza e di reciproca correttezza”. Lo scopo principale dell'accordo, si spiega, è quello “di aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici e dei loro rappresentanti sulle molestie e sulla violenza nei luoghi di lavoro e fornire un quadro di azione concrete per individuare, prevenire e gestire problemi di questo tipo”.

Confindustria e Cgil, Cisl e Uil sono chiamate ora a dare ampia diffusione dell'accordo tra gli associati e i lavoratori, a promuovere la stipula di protocolli aziendali sul tema, iniziative di informazione e formazione nelle aziende  e nelle  strutture sindacali, ad avviare un monitoraggio del fenomeno sulla base della quale valutare eventuali interventi sulle istituzioni a favore delle strutture destinate a contrastare i fenomeni di violenze e molestie.

“Abbiamo ritenuto opportuno mettere nero su bianco, con questo documento, alcuni princìpi fondamentali che riguardano prima di tutto la dignità della persona e il suo pieno rispetto – osserva Zigliotto -. In azienda e in generale in qualsiasi luogo di lavoro, tutti sono chiamati a garantire che questi princìpi vengano osservati. L'intesa può anche costituire una maggiore tutela per le aziende nel caso di lavoratori che dovessero utilizzare il 'mobbing' per propri fini strumentali”.

"Una lavoratrice su 10 in Veneto si trova esposta a una qualche forma di molestia o ricatto nel luogo di lavoro" dice Bergamin: "Sono soprattutto le più giovani, con buona scolarità o in cerca di lavoro a essere vittime del fenomeno, ma non mancano neanche gli uomini. Raramente chi subisce molestie o violenze sessuali sul lavoro ne parla con qualcuno, la maggior parte si chiude nel silenzio. Va detto anche che quando si ribellano, le vittime vedono esiti sfavorevoli: cambio di lavoro, trasferimento, licenziamento. Solo nell’1,2 per cento dei casi è stato allontanato il colpevole e solo nello 0,8 casi c’è stata una vera e propria denuncia. Eppure molestie e violenze causano danni gravi a chi le subisce, di ordine fisico e psicologico”.

“Anche il clima aziendale e la produttività ne risultano compromessi – aggiunge Leonardi -. È per questo, come sulla sicurezza sul lavoro, che bisogna agire da ambedue i fronti: quello sindacale e quello aziendale, affrontando intanto il tema dal punto di vista culturale. Per questo anche solo dire che ‘ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile’, è importante. Come sindacato dobbiamo promuovere e sostenere azioni volte a prevenire il disagio lavorativo, contrastare l’insorgenza e la diffusione di fenomeni di molestie sessuali, mobbing, stress psicosociale e comportamenti scorretti o discriminatori”.

“È nostra intenzione dare una formazione specifica alle nostre strutture (tutte: dai delegati, ai funzionari, ai nostri uffici legali) affinché riconoscano e prendano in carico nel giusto modo le problematiche poste dalle vittime – conclude Chisin -. L’approccio deve essere multidisciplinare e deve coinvolgere chi fa contrattazione, ma anche psicologi, psicoterapeuti, avvocati, medici poiché molte sono le conseguenze quando si subiscono atti di questa natura. Con ciò crediamo di avere ‘onorato’ questo 8 marzo, che dedichiamo a tutte le donne vicentine".