Continua a Bologna la consultazione straordinaria degli iscritti alla Cgil sulla Carda dei diritti universali del lavoro. Ad un mese dall'avvio della campagna di consultazione straordinaria sul Nuovo statuto, si sono state già svolte, in città, oltre 1.180 assemblee nei luoghi di lavoro, coinvolgendo circa 16.000 iscritti. Parallelamente procedono le iniziative con i pensionati iscritti alla Cgil. E ad oggi sono state consultate 14.596 persone. 

Ma non finisce certo qui, fa sapere la Camera del Lavoro bolognese. “La consultazione - si legge in un comunicato - si svolgerà per tutto il mese di Marzo”. Le assemblee già programmate sono 1.814 e dovrebbero coinvolgere complessivamente oltre 30.000 iscritti tra i lavoratori attivi.

“Il dibattito aperto con i delegati e gli iscritti - scrive ancora la Cdlm - consente di affrontare i tanti temi che attraversano il mondo del lavoro: dalla crisi, alle pensioni, ai rinnovi dei contratti di lavoro, alla condizione delle persone, delle famiglie, e non sono estranee al dibattito le attese che si addensano a ridosso della campagna elettorale amministrativa”. Le risposte attese sono quelle della politica locale, in un territorio in difficoltà, con vicende  ancora aperte come quella della Saeco e delle 38 aziende entrate in procedura fallimentare o che hanno chiuso i battenti, “che continuano a far riflettere, discutere, a preoccupare”.

“Il numero dei disoccupati di lunga durata, cioè coloro che cercano lavoro da più di 24 mesi, oltre 30.000 nel nostro territorio, sono uno dei problemi di fondo a cui dare risposta”, fa sapere Maurizio Lunghi, segretario generale della Cgil di Bologna. “Ci si aspetta che nella prossima campagna elettorale il lavoro sia collocato al centro dei programmi e dei progetti di chi si candida a governare Bologna e l'area metropolitana - afferma ancora -. Idee e risorse investite in progetti sostenibili che rilancino l'occupazione, occasioni di lavoro per i giovani e per chi ha perso il lavoro, ma anche di difesa e di aiuto a chi si trova in una azienda  che minaccia di chiudere o di delocalizzare. Anche su questi aspetti servirebbe una normativa che incentivi a rimanere sul territorio premiando chi crea occupazione e investe in prodotti nuovi,  processi produttivi innovativi, necessariamente, quindi, legati alla formazione”.

“Chi licenzia - conclude Lunghi - non rispetta nemmeno le procedure della Fornero, la legge, cioè, che ha peggiorato l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Le Associazioni datoriali dovrebbero richiamare i propri associati al rispetto delle procedure di legge, altrimenti siamo al far west. E’ così scandaloso chiedere che nell’interpretare le leggi o le normative, si tenga anche conto dei tempi che corrono, dei drammi e delle difficoltà che la gente incontra e delle necessità sociali che ne derivano?”