Per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici si entra nel vivo. Oggi (mercoledì 24 febbraio) Federmeccanica e Fim, Fiom, Uilm si incontrano per il tavolo dedicato ai temi del trattamento economico, dell’inquadramento, delle regole e dei livelli contrattuali, mentre giovedì 25 all’ordine del giorno sono organizzazione del lavoro, orario, appalti, reperibilità, trasferte, trasferimenti, politiche del lavoro e finestra informatica. “Sono incontri molto importanti” spiega il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini: “Siamo nella fase di approfondimento di tutto ciò che è stato oggetto di confronto, delle piattaforme presentate. Esistono differenze, in particolare sulle questioni del salario e del ruolo del contratto nazionale di lavoro, i due incontri dovranno servire proprio ad approfondire questi aspetti”.

La distanza maggiore tra sindacati dei metalmeccanici e Federmeccanica è sul salario. La proposta degli industriali, sottolineano i sindacati, limita gli aumenti in busta paga al cinque per cento dei lavoratori (appena 80 mila dipendenti, a fronte di 1,6 milioni di addetti). Federmeccanica, infatti, vorrebbe trasformare i minimi salariali in minimi di garanzia, che vengono resi assorbibili dal salario aziendale individualmente percepito (premi fissi, di produttività, superminimi, erogazioni unilaterali), così che quasi tutta la categoria (il 95 per cento dei lavoratori, secondo la stessa Federmeccanica) si troverebbe esclusa da qualsiasi aumento retributivo in sede di rinnovo del contratto nazionale, poiché con questo meccanismo il salario fisso erogato in azienda ingloberebbe qualsiasi aumento contrattuale. Una proposta che, ovviamente, Fiom, Fim e Uilm giudicano irricevibile.

Esaurita questa prima fase del percorso, con i due incontri del 24-25 febbraio, il confronto proseguirà (sempre a delegazioni ristrette) il 2 e il 9 marzo, per arrivare alla riunione plenaria di martedì 15 marzo. “Le proposte di Federmeccanica sul salario non vanno bene” continua Landini: “Non mi faccio illusioni, la fase non è facile. Ma devono cambiare se vogliono rinnovare il contratto. Se non ci saranno le condizioni, valuteremo le iniziative da mettere in campo. Il tavolo è unitario, decideremo insieme alle altre organizzazioni, ma noi non escludiamo assolutamente nulla. Ma siamo comunque abituati a discutere fino in fondo per cercare l’accordo”.