Conferma o, addirittura, incremento degli obiettivi finanziari non accompagnati però dalla conferma degli obiettivi produttivi. E poi il posticipo del lancio dei nuovi modelli Alfa che ha un impatto pesante sugli stabilimenti italiani di Fca (ex Fiat), su quelli torinesi in particolare. Per questo la Cgil e la Fiom di Torino esprimono grande preoccupazione dopo le dichiarazioni dell'Amministratore Delegato di Fca nella “conference call” con gli azionisti a margine del CdA tenuto a Londra. 

La Fiom ha chiesto un incontro urgente, per confrontarsi sugli effetti che avranno sull'utilizzo degli impianti presenti in Italia le decisioni di posticipare il lancio di nuovi modelli (a partire dal quelli a marchio Alfa) e cancellare l'obiettivo di produrre 7 milioni di veicoli, visto che oggi i lavoratori di Mirafiori, Grugliasco, Modena, Cassino e Pomigliano sono interessati dall'utilizzo di ammortizzatori sociali. “Annullare l'obiettivo di produrre 7 milioni di auto per il 2018 senza proporne uno nuovo – dichiarano la segretaria generale Cgil Torino Enrica Valfrè e il segretario generale Fiom Torino, Federico Bellono - rischia di compromettere il ritorno al lavoro di tutte le lavoratrici ed i lavoratori. Si tratta di un rallentamento pesante che nel torinese investe in primo luogo le Carrozzerie di Mirafiori (dove almeno 1500 lavoratori resteranno in cassa integrazione) e modifica le previsioni dei volumi produttivi di altri stabilimenti Fca (a partire dalle presse di Mirafiori) e i programmi delle aziende di componentistica dell'indotto”. Per la Cgil rimane inoltre aperta la necessità di ridefinire la missione produttiva delle Meccaniche di Mirafiori che, "da troppi anni", hanno quale unica produzione "un prodotto ormai superato". 

Il piano precedente prevedeva di fatto il rientro in fabbrica entro il 2018 di tutte le lavoratrici e lavoratori italiani; le dichiarazioni di ieri prefigurano un piano che traguarderebbe il 2020, sapendo che oltre il 2018 il contesto futuro è difficilmente prevedibile sia per la volubilità del mercato dell'auto che per quanto riguarda i futuri assetti manageriali e proprietari di Fca. “La situazione del gruppo - sottolineano Valfrè e Bellono - si inserisce in un contesto torinese dove la crisi ha portato alla riduzione dell'occupazione nel settore manifatturiero e dove, entro i prossimi mesi, circa 12.000 lavoratori termineranno la mobilità, altrettanti la cassa integrazione straordinaria, circa 18.000 la cassa integrazione in deroga. Riteniamo indispensabile che il Comune di Torino e la Regione Piemonte affrontino il tema del mantenimento dell'occupazione nel nostro territorio, chiedendo all'attuale proprietà tempi certi sulla produzione dei nuovi modelli, per preservare la vocazione manifatturiera della nostra città e per non perdere le competenze presenti nel settore dell'auto che sono fattore di sviluppo, ricerca ed innovazione”.