Riparte oggi (giovedì 21 gennaio) la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, trattativa che si sta rivelando assai complicata. Lo scorso lunedì (18 gennaio) oltre 500 delegati Fiom dei luoghi di lavoro si sono riuniti al Crowne Plaza Hotel di Padova per fare il punto della situazione e preparare i passi successivi, a partire da una tornata di assemblee da tenere in tutti i luoghi di lavoro anche alla luce di quanto emergerà dagli incontri di oggi e di giovedì 28 con Federmeccanica.

La distanza tra le posizioni espresse da Federmeccanica e le organizzazioni sindacali è infatti enorme, a partire dalla struttura del salario. L’associazione datoriale pretenderebbe infatti di trasformare i minimi salariali in minimi di garanzia che vengono resi assorbibili dal salario aziendale individualmente percepito (premi fissi, di produttività, superminimi, erogazioni unilaterali, ecc) così che quasi tutta la categoria (il 95 per cento dei lavoratori, secondo la stessa Federmeccanica) si troverebbe esclusa da qualsiasi aumento retributivo in sede di rinnovo del contratto nazionale, poiché con questo meccanismo il salario fisso erogato in azienda ingloberebbe qualsiasi aumento contrattuale. Il che per il sindacato è fuori discussione.

Altri punti riguardano varie materie, con l’obiettivo principale di un’estensione delle tutele e della riunificazione dei diritti, del rilancio degli investimenti e dell’occupazione stabile, della qualificazione produttiva e dell’organizzazione del lavoro, a partire dal ruolo negoziale delle Rsu sugli orari insieme all’estensione della contrattazione aziendale di secondo livello.

Nell’ultimo comitato centrale la Fiom, di fronte alla proposta organica e complessiva avanzata da Federmeccanica (che delinea di fatto un nuovo assetto contrattuale) ha ribadito in maniera convinta “la necessità di ricercare un'intesa che affermi il ruolo del Ccnl quale strumento di tutela e di rafforzamento del potere d'acquisto del salario per tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici”.