“È l'ultimo appello per questo Governo che aveva detto di voler intervenire sulla flessibilità in uscita verso la pensione e non l'ha ancora fatto. Se nei primi giorni di gennaio non si avvia la discussione per modificare la legge Fornero, porteremo il carbone al Governo”. Un’ epifania sindacale quella promessa all’esecutivo dal segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo a conclusione della manifestazione “Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani” svoltasi a Bari in contemporanea con Firenze e Torino, e che ha visto un Teatro Team insufficiente nel contenere i tremila delegati giunti da tutte le regioni del Mezzogiorno.

“Oggi apriamo la vertenza unitaria per una riforma che riporti nel sistema previdenziale equità e solidarietà”, ha affermato la segretaria confederale nazionale della Cgil, Vera Lamonica, che ha svolto la relazione introduttiva. “Il tema delle pensioni è una ferita aperta nel corpo del paese e del mondo del lavoro. Dal 2010 e fino alla legge Fornero abbiamo assistito a uno stravolgimento che ha prodotto povertà e disuguaglianze, rompendo un patto tra generazioni, provando a mettere i figli contro i padri presunti garantiti. Si è propagandato un voler colpire i privilegi e dietro in realtà si nascondeva un attacco ai diritti”. Per la segretaria della Cgil “c’è chi dietro una suggestione che non esito a definire terroristica, quella della insostenibilità del sistema italiano che costerebbe troppo. Ebbene c’è chi bara sui numeri, e lo diciamo da tempo: occorre risolvere questo imbroglio contabile togliendo dal calcolo l’assistenza, che deve essere a carico della fiscalità generale e non della previdenza. Se così facessimo scopriremmo come le nostre pensiono sono tra le più basse d’Europa. A minare la sostenibilità del nostro sistema è l’evasione fiscale, se solo il Governo volesse saprebbe dove indirizzare le proprie attenzione per recuperare vere risorse, non facendo cassa sulla previdenza”.

Cgil Cisl Uil sono pronti ad aprire un tavolo col Governo per illustrare le proposte o conoscere possibili soluzioni all’ordine del giorno, “ma un fatto è certo – afferma Lamonica -: quel patto generazionale spezzato va ricostruito. E non abbiamo inserito i giovani in questa nostra iniziativa unitaria per mera propaganda. Tutti sanno che la previdenza è lo specchi8o del mercato del lavoro. E se prevale la precarietà, se soprattutto al Sud i giovani conoscono lavori il lavoro povero fatto di part time, voucher, grigio e nero, se non affrontiamo assieme la questione previdenziale assieme a quella della necessità di creare occupazione stabile, non avremo fatto quanto necessario per invertire la rotta del paese. Perché l’assurdo è che oggi ci si impoverisce lavorando e non ha alcuna certezza per il futuro. Noi vogliamo un presente di lavoro e un domani con una pensione dignitosa”.

Sul palco del Teatro Team, prima delle conclusioni di Barbagallo, gli interventi di alcuni delegati. Come Daniela Limongelli, precaria della Regione Puglia, che ha ricordato che “la precarietà del lavoro si estende alla vita di tutti i giorni, condiziona la scelta di dove vivere e se è possibile o meno programmare una famiglia. Così ci ritroviamo a chiederci se ci sarà un rinnovo del contratto, quando ci sarà, come sarà. Queste le continue riflessioni della nostra giornata tipo, cena tipo, chiacchierata tipo”. Precaria anche la condizioni di Marco Saracino, “nonostante un laurea e un master a pieni voti. Obiettivi raggiunti con un sacrificio economico non indifferente della mia famiglia”. Per poi scoprire, Poletti docet, “che laurearsi a 28 anni con 110 e lode non serve a nulla. E’ questo il modo in cui si valorizzano i giovani? I meriti? Invece di tagliare su scuola e cultura il Governo e il ministro creino occupazione, perché sennò si fa presto a dire che il diritto alla pensione lo deve avere solo chi lavora, Se non lavoro come costruisco la mia posizione previdenziale?”. Quindi Stefano Leopardi, lavoratore dell’Ilva: “La riforma del sistema previdenziale è necessarie e deve prevedere differenze in uscita. Non tutti i lavori sono uguali, alcuni sono più usuranti di altri. E più tardi si esce più tardi qualcuno entra”.

“Dobbiamo rivedere una riforma sbagliata che ha creato situazioni paradossali e che ha comportato conseguenze sociali gravi”, ha affermato Barbagallo a chiusura dei lavori della manifestazione barese. “Bisogna sedersi a un tavolo e trovare una soluzione per dare stabilità ai giovani e flessibilità agli anziani. Bisogna fare interventi, e non solo annunciare provvedimenti, che diano ai giovani certezze nel futuro anche attraverso una detassazione della previdenza complementare. Questo Governo continua a sbagliare proprio sui giovani: c'è il rischio che, oggi, vengano pagati con i voucher e poi, domani, abbiano una pensione da fame o nessuna pensione”. Parla staffetta generazionale il segretario generale della Uil: “Bisogna invertire il sistema Italia e dare ai pensionati la possibilità di svolgere lavori socialmente utili e ai giovani, invece, assicurare stabilità. Ecco perché chiediamo flessibilità in uscita. Se il Governo non ci ascolta, da gennaio avrà lotte a tempo indeterminato a tutele crescenti”.