La legge di stabilità non fa niente per la ripresa e non crea occupazione: soprattutto giovanile. Contemporaneamente, colpisce Regioni ed enti locali, tagliando sulla sanità e non offrendo certezze sulla copertura del mancato gettito Tasi. Così il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, intervenuto questa mattina su RadioArticolo1 durante la trasmissione “Italia Parla” (qui il podcast). “Il governo stesso – ha detto – scrive nei suoi documenti che la disoccupazione generale per i prossimi anni sarà tra il 10 e il 11%, e quella dei giovani il 40%”. La stabilità della disoccupazione giovanile, per Barbi, è legata non solo alle mancate scelte sulle politiche di investimento e sviluppo, ma anche alla mancata riforma della Fornero: “Non solo non si crea occupazione aggiuntiva, ma non c’è neanche sostituzione di quella precedente”.

E così, i giovani italiani sotto i 35 anni sono in queste condizioni: “Il 10% ha un lavoro più o meno normale, il 50% precario, il 40% non hanno nessun lavoro. Di questo il governo dovrebbe occuparsi, mettere in piedi un piano straordinario per l'occupazione giovanile anche con forme di lavoro triennale e quinquennale però ben pagato. Un lavoro che offra una esperienza professionale vera, che faccia conoscere il mondo del lavoro, legato a grandi progetti e a grandi bisogni sociali e con il quale possa acquisire titoli anche per fare concorsi pubblici”.

Però, ha aggiunto Barbi, “se non programmi un piano straordinario e se lasci la legge Fornero così come è la situazione dei giovani rimarrà questa”. Nel corso dell’intervista il sindacalista ha commentato la sintonia tra Renzi e Squinzi (“Non è un caso – ha detto –. Per il governo l’economia la fanno le imprese”)  e l’ultimissimo scontro tra esecutivo, Regioni ed enti locali.

“Il governo – ha poi aggiunto il sindacalista Cgil – ‘disastra’ la transizione fra Province e aree vaste perché gli toglie risorse rischiando di mandare molte aree in default. Con il rischio di perdere servizi per i cittadini, strade, scuole e anche di mettere a rischio posti di lavoro nel pubblico impiego”. Anche rispetto ai Comuni le cose non sono chiare: “Il governo toglie la Tasi dicendo che ridarà i soldi ai Comuni. Ma non è la stessa cosa: la Tasi arrivava direttamente, era una certezza e con queste risorse si potevano finanziare progetti locali e servizi attingendo a risorse dei cittadini. Domani non sarà più così: sarà il Parlamento e il governo a dover dare di volta in volta. E se decide di ridurre”?

Per quanto riguarda Regioni e Sanità, per Barbi “i tagli sono molto pesanti: “Alcune Regioni hanno una situazione disastrosa, anche per colpe proprie certamente. Ma questa situazione andrebbe sistemata, non fatta pagare ai cittadini con meno servizi o con più ticket”.

“Insomma – ha sottolineato Barbi – nella legge di stabilità si fanno scelte per le quali sembra che c’è qualcuno al centro (cioè il governo) che dà e qualcun altro, in periferia che toglie. Ma i cittadini sono sempre gli stessi. Mi sembra una politica spregiudicata, sbagliata e falsa, perché non dice le cose come stanno. Si appunta medaglie al petto e costringe gli altri a dare badilate. Ma è un pensiero assurdo: le istituzioni sono una cosa sola, insieme, dovrebbero essere un bene del comune del paese”.