"Apprendiamo dalla stampa cittadina le anteprime del Grow Act,  quello che dovrebbe essere il piano della crescita economica del territorio. Ci rallegriamo se dopo tanti annunci si comincia a ragionare sul da farsi. Sarebbe opportuno che se ne potesse discutere in un confronto aperto a tutte le parti sociali, per evitare che possa restare un documento di buoni intenti, senza una concreta ricaduta sulla reale situazione della nostra regione. La capacità di attrarre nuove imprese è una delle chiavi per innovare il modello di sviluppo della Liguria, ma la competitività tra i territori non si gioca sul costo del lavoro. Le imprese scelgono di insediarsi dove è facile arrivare, dove è possibile trovare persone professionalmente preparate, dove è facile e piacevole vivere". Così Cgil, Cisl e Uil liguri, in un comunicato congiunto.

"In un contesto dove la regione, attraverso l’azione di programmazione e d'indirizzo, è in grado d'intervenire per creare le condizioni di sistema, dalla semplificazione burocratica all’accesso al credito, può aver senso anche l’intervento sull’Irap; a condizione che sia finalizzato a creare nuova e stabile occupazione. Resta da capire dove si recupereranno gli 800.000 euro della sanità, già alle prese con pesanti tagli. Difficile immaginare di recuperare il denaro con l’ingresso dei  privati in un mercato a cavallo tra sanità e turismo, di cui ci appaiono un po’ troppo fumosi i contorni. Comunque, il limite dei nostri ragionamenti resta il dover commentare indiscrezioni giornalistiche. Per questo, rinviamo agli incontri di domani sull’energia il necessario chiarimento su cosa intenda fare la regione per gestire la transizione dal carbone ad altri processi. Ci sono in gioco centinaia di posti di lavoro: non ce la si può cavare con un po’ di investimenti nelle rinnovabili", rilevano i tre segretari generali regionali Federico Vesigna, Antonio Graniero e Pier Angelo Massa.