“Dal 2016 l'applicazione della normativa sulla Naspi, la nuova assicurazione sociale per l'impiego, rischia di penalizzare fortemente i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale nonché gli operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare”. E' quanto hanno esposto, secondo  l’agenzia Adnkronos, i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs il 15 ottobre nel corso di un incontro richiesto e concesso dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati sollecitando una revisione delle modalità applicative del nuovo regime di assicurazione sociale per inoccupazione.

A rischiare il dimezzamento della durata e del valore del sussidio della Naspi i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale che invece avrebbero bisogno di un ''correttivo'' con cui salvaguardare, chiedono i sindacati, il trattamento di integrazione salariale per l'anno 2015, tamponando di fatto la contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i 300 mila lavoratori stagionali di due comparti cardine dell'economia italiana.

Fortemente penalizzati per i sindacati anche i 300 mila operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare, per i quali la circolare Inps 142 del 29 luglio 2015 stabilisce che il requisito di ''trenta giornate di lavoro effettivo'' nei dodici mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro ''si intende soddisfatto laddove gli assicurati abbiano prestato attività lavorativa per cinque settimane con un minimo di ore lavorate per ciascuna settimana pari a 24 ore'', escludendo dunque di fatto gli operatori che prestano la propria attività lavorativa sotto le 24 ore settimanali.

"Al Parlamento chiederemo di rendere strutturale l'intervento di sostegno al reddito Naspi per i lavoratori stagionali del settore turistico e del comparto termale, entrambi pilastri portanti del nostro Pil, con il superamento definitivo della riduzione del 50% della durata e del valore sussidio Naspi con l'effettiva corrispondenza, ai fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato", spiegano i sindacati secondo cui sarà essenziale anche "la revisione della evidente interpretazione normativa fornita dall'Inps per gli operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare che operano con un contratto di lavoro part time sotto le 24 ore settimanali che, al pari dei lavoratori di altri settori, hanno diritto a percepire il trattamento Naspi''.