"Il confronto tra Governo e Regioni sui costi standard in sanità non deve diventare la scusa per nuovi tagli e né per l'introduzione di strumenti grossolani e inadatti a un settore delicatissimo come quello dei servizi che devono garantire la salute e curare le persone". Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil.

"Per definire gli standard - sostiene Lamonica - è necessario fissare alcune condizioni. Innanzitutto - spiega la dirigente sindacale - escludere nuovi tagli e guardare non solo ai bilanci ma soprattutto alla qualità dell’assistenza. Occorre poi considerare gli svantaggi di alcune Regioni, dovuti alle condizioni economico sociali, e - aggiunge - proteggere con budget garantiti servizi e prestazioni socio-sanitarie nelle aree più fragili (non autosufficienza, handicap, salute mentale, dipendenze, materno-infantile, ecc.)". "Non vorremmo - conclude Lamonica - che dopo il decreto 'taglia prestazioni' si aggiungesse quello sui 'tagli standard'".