È in corso oggi (giovedì 10 settembre) al petrolchimico Eni di Priolo (Siracusa) lo sciopero generale di tutti i lavoratori, sia della raffineria sia dell’indotto, proclamato in seguito all’incidente mortale di mercoledì 9, dove hanno perso la vita due giovani operai di una ditta appaltatrice metalmeccanica. “Occorre accertare subito le responsabilità” commenta il segretario generale Filctem Cgil Emilio Miceli: “Seguiremo con grande attenzione l’evolversi della situazione e i risultati dell’inchiesta, senza fare sconti a nessuno”. Miceli sottolinea anche come in Italia “i lavoratori in appalto siano ancora considerati di serie B, con scarsi diritti e tutele. Non c’è alcun dubbio: è urgente una severa riflessione sulla sicurezza e sul controllo degli appalti”.

Le vittime, Michele Assente di 33 anni e Salvatore Pizzolo di 37, lavoravano per la Versalis, una delle tante imprese dell’indotto Eni. Al momento dell’incidente si trovavano all’interno di un pozzetto (largo circa mezzo metro) della rete fognaria oleosa dell’impianto etilene, impegnati in un’opera di ispezione con utilizzo di videocamera e robot. La dinamica dell’evento non è ancora del tutto chiara, e sarà compito della Procura di Siracusa appurarne le cause: l’ipotesi più probabile è che uno dei due si sia sentito male per le esalazioni di etilene e l’altro abbia tentato di salvarlo, sentendosi male a propria volta. Subito dopo aver recuperato i corpi, ormai senza vita, i lavoratori hanno abbandonato lo stabilimento, concentrandosi davanti ai cancelli, mentre i sindacati hanno dichiarato lo sciopero odierno.

“Va fatta subito una riflessione sulle falle negli appalti di un grande sistema industriale, che possono, come in questo caso, determinare la morte di lavoratori'” spiega il segretario generale della Cgil Sicilia Michele Pagliaro, lanciando anche un monito a istituzioni e mondo della politica, che non possono “restare indifferenti di fronte all’abbassamento delle condizioni di sicurezza e dei diritti, che è piuttosto generalizzato nelle attuali condizioni di crisi'”. La Fiom Cgil di Siracusa, infine, punta il dito contro le condizioni di lavoro: “Sono peggiorate, soprattutto quelle degli operai dell’indotto. Un operaio che entra col badge in raffineria è abbandonato a se stesso, ed è sempre più complicato fare controlli” denuncia il componente della segreteria Tonino Recano. Per il sindacalista “negli ultimi anni, per via della crisi, l’azienda ha ridotto gli investimenti sulla sicurezza. Si fa sempre meno manutenzione negli impianti, mentre gli appalti vengono assegnati con ribassi che riducono la sicurezza”.