"Superare la crisi si può, ripartendo da un manifatturiero che ha in sé le potenzialità per competere sui mercati globali e per recuperare il terreno perso dal 2008". È il messaggio lanciato dalla Cgil, in occasione della tavola rotonda sul tema manifatturiero e territorio, tenutasi oggi a Udine alla presenza del segretario regionale Franco Belci, del leader della Cgil provinciale Alessandro Forabosco, e del segretario organizzativo Villiam Pezzetta.

Al centro del dibattito, non solo l’impatto occupazionale della crisi, con 13mila posti persi dal 2008, un terzo dei quali nell’edilizia, e il ricorso ancora altissimo alla cassa integrazione, ma anche le strategie per il rilancio dell’economia. Strategie che, secondo la Cgil, devono avere come punto di partenza obbligato il sostegno al manifatturiero, che resta il motore dell’economia provinciale e regionale. "Rilancimpresa va nella direzione giusta – ha dichiarato Forabosco –, ma bisogna accelerare il suo iter di attuazione, anche anticipando parte dei fondi necessari attraverso le variazioni di bilancio".

Sulla stessa linea Belci, che ha chiesto di mettere in campo strumenti per valutare l’efficacia del provvedimento, e Pezzetta, che ha sottolineato il ruolo centrale dell’edilizia come volano per il rilancio dell’economia e dell’occupazione. "Un settore – ha detto –, che però deve ripartire da un nuovo modello, che punti alla messa in sicurezza del territorio e al recupero dei centri urbani".

Per la Cgil, "la sfida non è solo quella di difendere l’occupazione esistente, attraverso un sistema di ammortizzatori sociali - la cui riforma deve viaggiare su un binario unico con un nuovo modello di formazione -, ma di creare nuovo lavoro, puntando sulla nuova economia e su quelle nicchie strategiche in cui il manifatturiero friulano ha tutte le possibilità di rinnovarsi imporsi con successo. Tra i settori strategici, la riqualificazione energetica degli edifici, che, a giudizio di Pezzetta "può generare da solo 4.000 nuovi posti di lavoro a livello regionale e 2.000 in provincia di Udine", e la filiera del mobile, "che può imparare dagli errori nel passato, vedi Manzano, e investire con più lungimiranza nell’innovazione di processo e di prodotto, nel marketing e nella distribuzione".