“Nei giorni scorsi è venuto a mancare un altro ex lavoratore delle Officine Grandi riparazioni di Bologna, Roberto Bortolini, morto per amianto così come altri 200 suoi colleghi negli anni. 
Questa ultima, dolorosa perdita si aggiunge alle tante altre. Da moltissimi anni denunciamo i rischi che erano connessi in particolare alle lavorazioni nelle Officine. La lavorazione degli amianti in anni non recenti lì ha prodotto enormi danni che poi si presentano ancora oggi. Per quanto ne sappiamo il rischio sulle lavorazioni di amianto immediato non è legato alle lavorazioni attuali e negli anni recenti. I rischi nascono dagli anni nei quali non c'era o perfetta consapevolezza del problema o qualche trascuratezza”. Lo ha detto Franco Nasso, segretario generale della Filt Cgil, ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1.

“Nei trasporti – ha continuato Nasso - come tutto il resto del mondo del lavoro, l'attenzione alla sicurezza non è mai abbastanza. Noi siamo molto attenti alla sicurezza, sia nei contratti, sia nella contrattazione insieme alle Rls. Ovviamente siamo un settore ad alta esposizione proprio per la tipologia del lavoro che si fa nei trasporti. E non solo perché si sta sui mezzi, ma anche per tutto l'insieme dell'infrastruttura, come i porti e le ferrovie. E' un sistema molto delicato nel quale bisogna che la contrattazione sulla sicurezza e anche il presidio non vengano mai meno”.

Per quanto riguarda la vertenza Alitalia, invece, secondo il leader Filt, “bisogna stare un po' attenti a parlare di nuovo slancio. Perché le assunzioni fatte sono un riparo all'errore che è stato fatto l'anno scorso. In Alitalia non è cambiato nulla dal punto di vista della quantità di aerei, anzi il numero è anche sceso. C'è una prospettiva che noi ci aspettiamo corrisponda alle cose che vengono dette dall'azienda. L'anno scorso si è deciso di tagliare tutte le unità lavorative e lasciare a casa qualche migliaio di persone con la contrarietà della Cgil. Adesso è dimostrato che le persone servono, e servivano. Per un anno si è tamponato alla bene e meglio, adesso c'è un accordo sindacale che reinserisce un po' di lavoratori che erano stati messi in mobilità. Ovviamente è un fatto molto positivo, ma non nasce da un'espansione della nuova Alitalia, nasce dal fatto che il dimensionamento era sbagliato”.

Si è riparato a un errore anche grazie alla contrattazione, ha affermato Nasso. “Noi siamo una categoria della Cgil quindi la contrattazione è il nostro mestiere principale. Noi abbiamo più contratti, non ne abbiamo uno solo.q Qualcuno rinnovato, altri in scadenza da rinnovare. E' una situazione abbastanza complessa, ma nel suo insieme positiva perché i contratti li abbiamo rinnovati e li stiamo per rinnovare, altri sono più difficili. In particolare, c'è il contratto del trasporto pubblico locale che rimane aperto e che è il punto di crisi più importante per quanto riguarda i contratti nazionali. Poi certo la contrattazione è il punto centrale della nostra iniziativa, e riguarda sia i contratti nazionali sia la contrattazione di secondo livello. La facciamo con le risorse che abbiamo, ma questo è il nostro pane quotidiano”.

Sempre riguardo il trasporto pubblico locale, Nasso ha infine affermato: “Il settore ha un problema di assetto delle imprese e ha gravissimi difetti storici mai risolti. Adesso il governo annuncia un altro disegno di legge, ma i danni che si sono accumulati nel tempo sono molto consistenti. Abbiamo una serie di aziende in crisi, quasi tutte aziende che non reggono i conti perché i tagli che i governi negli anni hanno imposto hanno condizionato molto la possibilità di offrire un servizio in relazione alle risorse di cui si dispone. C'è bisogno di un grande riordino, di una grande riforma. Su questo ci battiamo da anni, aspettiamo il nuovo ministro sperando che quello che promette non faccia la fine dei tanti progetti poi archiviati o che hanno portato al nulla o addirittura hanno peggiorato la situazione. Quindi il rinnovo del contratto nel Tpl è collegato al fatto che non c'è una struttura di imprese presentabili, non c'è una loro organizzazione di rappresentanza in grado di gestire una vicenda così complessa. E quindi servorebbe un intervento del governo non tanto sul tavolo contrattuale, ma che agevoli le condizioni perché questo settore possa svilupparsi”.