Contro i tagli indiscriminati che mettono a rischio lavoro e servizi e per una riorganizzazione del sistema camerale che valorizzi le competenze che servono allo sviluppo, Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl del Piemonte organizzeranno domani un presidio a Torino, in occasione del congresso mondiale delle Camere di commercio. Dal 10 al 12 giugno, infatti, si terrà nel capoluogo piemontese il nono congresso del settore: un appuntamento che si svolge ogni due anni e che raccoglie i rappresentanti degli enti camerali da tutto il mondo.

Per i sindacati e per le Rsu, "il presidio è un'occasione per rimettere al centro temi e problemi come il taglio del diritto annuale e la difficile e precaria situazione in cui si trovano le Camere di commercio nel nostro Paese, soprattutto in conseguenza dei provvedimenti del Governo, che rischiano di soffocare l'esistenza stessa di questi enti, così importanti per il servizio che offrono all'economia del Paese, specie nel clima di crisi prolungata che stiamo attraversando, ponendo 10.000 lavoratori e lavoratrici in un'allarmante situazione di incertezza sulle proprie prospettive lavorative e di vita”. 

Per questi motivi, le tre sigle hanno previsto un'iniziativa di sensibilizzazione nei pressi dell'ingresso del Lingotto di Torino, dalle ore 8.30 alle ore 12.30, “per evidenziare la gravità delle ripercussioni occupazionali ed economiche delle scelte del Governo. Ma anche per rappresentare le ragioni di una mobilitazione che vede lavoratori e sindacati impegnati da mesi nel chiedere al Parlamento e al Governo d'intervenire, in occasione dell’esame del disegno di legge di riordino della pubblica amministrazione, in modo particolare su tre nodi: la sostenibilità del sistema, attraverso la ridefinizione della misura del contributo camerale, apportando una modifica al testo di legge all’esame della Camera che riveda l’attuale limite da raggiungere nel 2017, pari al 50% del contributo percepito nel 2014, insufficiente per garantire al sistema imprenditoriale italiano
adeguati servizi e ad assicurare agli oltre 10.000 addetti gli attuali livelli occupazionali; l’individuazione di criteri chiari per la definizione della presenza sul territorio delle Camere di commercio rispetto alle attuali 105; la tutela dei livelli occupazionali, a cui il ddl riserva un profilo marginale”, concludono.