I rappresentanti dei 1.090 dipendenti della provincia di Palermo hanno partecipato, oggi,  al sit-in sotto la sede dell’assessorato regionale enti locali, organizzato dalle Rsu unitarie delle nove ex province (che insieme rappresentano circa 6.000 dipendenti) e dalle segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa e Diccap. Il presidio, poi, è proseguito a palazzo Belvedere, alle spalle di Palazzo Comitini, per una riunione di tutte le Rsu della provincia. Una manifestazione di protesta per denunciare il percorso della riforma,  che sta causando la cessazione dei servizi e la mancata certezza di risorse per il personale.

“La nostra preoccupazione è forte, temiamo di non potere più percepire gli stipendi. L’esaurimento delle risorse ha già danneggiato i servizi, che un tempo svolgevano le province: non c’è più un euro per le manutenzioni dei 2.500 km di strade provinciali, non ci sono soldi per i diversamente abili né per le scuole. Adesso, a rischiare di diventare precari, siamo noi dipendenti in blocco delle ex province – dichiara Saverio Cipriano, coordinatore Rsu Fp per la provincia di Palermo –. Anche gli 80 euro, promessi da Renzi, hanno gravato per 6 milioni sul bilancio, che in 5 anni è passato da 260 milioni a 48. Ora, con i nuovi tagli, il bilancio scenderà a 30 milioni, e non ci saranno più le condizioni per garantire i nostri stipendi”.

In subbuglio, e presenti al sit-in, anche una rappresentanza dei 90 docenti del liceo linguistico  'Ninni Cassarà' di Palermo, che dal settembre 2013, da liceo provinciale è diventato statale, mentre i docenti esistenti, dipendenti della ex provincia di Palermo, continuano a ricevere gli stipendi dall’ente abolito.

“Il paradosso è che, nella stessa scuola, coesistono docenti con situazioni diverse. Da una parte, noi insegnanti ex dipendenti della provincia, che da due anni lavoriamo per lo Stato, ma con un trattamento normativo diverso, salario accessorio differente e nessun accesso ai fondi d’istituto. Dall’altra, i 60 docenti diventati di ruolo, subentrati ai precari, che hanno accesso ai fondi aggiuntivi. Se il bilancio della ex provincia dovesse andare in default, saremmo tutti e 90 minacciati dagli esuberi”, – avverte Maria Pia Di Vita, docente del Cassarà, della Fp locale.

La mobilitazione, che mira a sollecitare l’intervento delle istituzioni, andrà avanti fino all’organizzazione di una giornata di sciopero nazionale, prevista per la prima metà di giugno.