"Esprimiamo la nostra completa e incondizionata solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del Macello Ghinzelli di Mantova, nel loro quarto giorno di sciopero a oltranza. Costoro stanno cercando d’impedire ulteriori appalti di manodopera, visto l’atteggiamento unilaterale dell’impresa, che intende sostituire i propri dipendenti con altri lavoratori di imprese cooperative". Così Umberto Franciosi, segretario generale della Flai Cgil dell'Emilia Romagna.
 
"Un atteggiamento, quello dell’impresa, giustificato dal risparmio sul costo del lavoro che, con l’appalto alle cooperative, non applicherebbe il contratto aziendale del Macello Ghinzelli. Impostazione, quella adottata da un'impresa non nuova nel settore della macellazione e della lavorazione delle carni suine e bovine, anche nel nostro territorio regionale. Da alcuni anni, anche in Emilia Romagna, stiamo assistendo a fenomeni analoghi: si preferisce scaricare, sempre sui più deboli, i problemi strutturali di competitività del settore della macellazione e della lavorazione delle carni", prosegue il dirigente sindacale. 

"Il costo del lavoro, negli impianti di macellazione e della lavorazione delle carni, mediamente corrisponde al 4,5% del totale dei ricavi, una delle percentuali più basse in assoluto nelle imprese di trasformazione!
Ben altri sono i costi che rendono meno competitive le imprese: trasporti, energia e infrastrutture. Oltre a questo, ciò che non si vuole seriamente affrontare è la distribuzione del valore all’interno della filiera, dagli allevamenti al dettaglio", aggiunge l'esponente Cgil. 

"Prendiamo, ad esempio, un coscio di prosciutto Dop, per la produzione del 'Parma': viene venduto dall’allevatore a 1,4 euro/kg, per poi essere acquistato affettato a oltre 40 euro al kg, passando dal macello a 3,8 euro/kg. Solo questi schietti numeri dovrebbero porre seri interrogativi, viste le continue chiusure di allevamenti, macelli e spasmodica rincorsa all’appalto, spesso, a false cooperative", denuncia il sindacalista. 

"Appalti che spesso mascherano le più diffuse illegalità, compresi livelli di sfruttamento simili al caporalato, che la nostra organizzazione sindacale ha più volte denunciato e segnalato in molti territori della nostra regione. Ma non c’è solo sfruttamento, spesso, c’è anche criminalità organizzata e contraffazione alimentare. Nell’anno di Expo 2015, ci si riempie la bocca di slogan, ma nessuno si accorge che una delle filiere strategiche dell’industria alimentare italiana sta correndo seri rischi", osserva ancora Franciosi. 

La Flai regionale "continuerà a contrastare queste forme di lavoro irregolare e, a sostegno della vertenza Ghinzelli, si adopererà per informare e sensibilizzare tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore della macellazione delle carni presenti sul territorio regionale".