L'emergenza migranti si risolve con interventi umanitari, non militari. Lo dice il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, intervenendo sulla Libia. “Nel Mediterraneo - afferma -, lungo le sue coste è in corso un dramma che non trova precedenti nella nostra storia più recente: migliaia di persone dall'Africa e dal Medio Oriente cercano rifugio in Europa, sono costrette a mettere le loro vite nelle mani di mercanti che lucrano sulla vita umana, rischiano e perdono la vita in mare trasformandolo in una grande fossa comune.”

“Di fronte a questa emergenza umanitaria - a suo avviso - in questi giorni crescono le ipotesi di interventi militari, bombardamenti, blocchi navali. Si tratta di ipotesi folli, disumane che mettono a rischio la vita di persone in fuga da guerre, violazioni dei diritti umani e povertà; ipotesi che non risolvono l'emergenza umanitaria in corso sulle coste del Mediterraneo e che violano i principi della nostra Costituzione, basati sul dovere di accoglienza e sul ripudio delle avventure militari.”

Landini dunque prosegue: “Per questo non andrebbero nemmeno prese in considerazione le idee di un intervento militare in Libia, di un blocco navale – peraltro impraticabile - davanti alle sue coste oppure di bombardare i barconi con cui i moderni schiavisti fanno mercimonio delle vite umane: il solo parlarne costituisce un esercizio di pericolosa demagogia politica che in Italia rischia di alimentare campagne xenofobe e al contempo va respinta senza esitazioni l'idea di rispondere con la guerra ai drammi di altre guerre. Il governo italiano si assuma, invece, da subito le proprie responsabilità attivando un piano di ricerca e salvataggio.”

“L'Unione europea – responsabile di aver distolto a lungo lo sguardo dai drammi umanitari in corso riducendoli a presidio dei confini con programmi totalmente inadeguati come Triton e Poseidon - propone ora un piano per affrontare il problema dell'immigrazione che nel suo insieme rappresenta una nuova chiusura e una nuova sottovalutazione della questione, perseguendo nell'atteggiamento di miopia che ha segnato le politiche dei paesi ricchi nei confronti di quelli poveri, senza trarre alcun insegnamento dai fallimenti di questi anni, con conseguenze che arrivano oggi a mettere in discussione la sicurezza nelle nostre stesse città.”

“E' necessario che si affronti il dramma in corso con uno sforzo di cui si deve far carico tutta la comunità internazionale – e gestito dai suoi organismi preposti come l'Onu e l'Unhcr - per garantire con i mezzi necessari la sicurezza e l'accoglienza dei profughi, attraverso un piano di emergenza finanziato dai paesi più ricchi per garantire l'esodo verso l'Europa e l'accoglienza delle persone in fuga dai conflitti africani e mediorientali e poterle così sottrarre ai mercanti di carne umana, senza ricorrere a nuove e folli avventure militari magari ipocritamente travestite da operazioni di polizia internazionale a tutela dei migranti", conclude il segretario.