In una lettera aperta, indirizzata al direttore generale della Asl locale e all'assessore regionale alle politiche della salute, la Funzione pubblica Cgil di Lecce denuncia la grave situazione in cui versa l'assistenza sanitaria del territorio.

"Sul personale medico e infermieristico degli ospedali della provincia di Lecce – afferma il sindacato –, grava un eccessivo carico di lavoro, determinato essenzialmente dalla gravissima carenza di personale di supporto e ausiliario. Tale situazione sta, di fatto, provocando un forte demansionamento dei citati operatori sanitari, e sempre più frequenti sono le segnalazioni di disfunzioni organizzative e/o disservizi, che giungono alla scrivente segreteria da parte degli operatori di molte strutture di degenza degli ospedali salentini".

"Accade che i medici e gli infermieri nelle corsie sono sempre di meno – prosegue il segretario provinciale della Fp leccese, Silvio Cataldi –, in un contesto in cui la richiesta di ricovero è sempre più pressante e l’utenza, complice uno scarso filtro territoriale, intasa i pronto soccorso degli ospedali, e di conseguenza i reparti. Infatti, sono numerosissimi i ricoveri di pazienti extra locati, specie nei reparti di geriatria, medicina, pneumologia. I recenti tagli di posti letto e la mancata apertura delle unità operative, previste dal piano di riordino ospedaliero regionale, hanno determinato una sostanziale riduzione della capacità ricevente, per cui i posti letto dei reparti di degenza, delle specialità di cui sopra, sono sempre pieni".

"Spiace rilevare che codesta direzione generale, a tale proposito – continua la Fp locale –, nonostante le segnalazione specifica, fatte per iscritto circa tre mesi addietro, e i solleciti verbali più volte evidenziati, non ci abbia degnato neanche di una risposta. Il fatto che l’attività di extra locazione dei pazienti in diversi reparti sia ormai prassi consolidata, fa dedurre che non si tratti di un episodio epidemiologico emergenziale, quanto piuttosto di una carenza organizzativa, ma anche strutturale di posti letto in provincia di Lecce, almeno per alcune specialità, per cui sarebbe opportuno che il management si facesse carico una volta per tutte di affrontare tale situazione, convocando apposito tavolo di confronto".

"Il dover lavorare quotidianamente in situazioni emergenziali – rileva ancora il sindacato salentino –, in cui l’assetto organizzativo è poco chiaro, e svolgendo spesso attività non proprie della qualifica rivestita, influenza negativamente la qualità delle prestazioni erogate all'utenza, acuendo tra l’altro il rischio clinico per il personale con i correlati risvolti medico-legali. Inoltre, in proposito di quanto apparso sui giornali nei giorni scorsi, ancora una volta chiediamo al management aziendale se - attesa un’età media abbastanza elevata del personale infermieristico esistente, e il conseguente naturale incremento di patologie limitanti dell’attività professionale (es. spostamento di carichi pesanti) - abbia posto in essere tutte le iniziative necessarie, per consentire ai lavoratori con patologie (spesso infermieri, operatori e ausiliari) a poter rimanere nei reparti di degenza, piuttosto che essere allocati in postazioni concilianti con le loro patologie, ma di scarsa utilità per il servizio reso all’utenza".

"Basterebbe, infatti, acquistare gli ausili per lo spostamento di carichi, e distribuirli laddove necessario – propone Cataldi –, per far sì che i lavoratori, con limitazioni, possano continuare, senza alcuna conseguenza sulla propria salute, a svolgere la loro attività nei reparti, espletando le mansioni proprie, utili a garantire un costante servizio sanitario di qualità al cittadino. Purtroppo, la scarsa sensibilità dimostrata negli anni dal management che si è succeduto, ha portato alla grave situazione descritta in premessa, che vede i lavoratori essere sempre in affanno, obbligati a rincorrere le carenze organizzative, rinunciando in alcuni casi alla fruizione delle ferie, con l’ovvia conseguenza di non poter garantire sempre una qualità del servizio sanitario all’altezza, vivendo un clima lavorativo fortemente compromesso".

"In diverse occasioni – secondo la Fp –, capita che gli operatori sanitari siano chiamati in giudizio per vertenze o situazioni medico-legali, non dipendenti dal loro operato diretto, ma da una precaria situazione lavorativa/organizzativa di reparto. Alla luce di quanto evidenziato, diventa pertanto necessaria e urgente un’azione mirata che tenti di affrontare tali problematiche. Non è più rinviabile, infatti, una precisa e puntale verifica in tutte le strutture sanitarie del territorio salentino. Parrebbe che la stessa direzione generale della Asl ne abbia censite oltre 150. Riteniamo sia giunto il momento del fare. Da anni, si assiste a impegni e buoni propositi, annunciati dalle direzioni generali di turno, ma che da soli non bastano a superare le cicliche criticità del sistema sanitario salentino (affollamento dei pronto soccorso nel periodo estivo)".

"All’attuale direttore generale – conclude il sndacato leccese – chiediamo di conoscere le sue intenzioni in merito: si vuole proseguire su quella stessa scia o si vuole affrontare e risolvere in modo definitivo le questioni esposte? Noi siamo pronti a fornire tutto il nostro fattivo contributo, per superare le criticità, a partire dalla razionalizzazione delle risorse umane presenti nelle strutture, a volte, inutili doppioni di attività resi dai distretti o dipartimenti che drenano risorse umane, che in un momento di difficoltà come quello attuale, potrebbero essere impiegate a garanzia di un servizio migliore".