Sorveglianza sanitaria degli ex esposti, bonifica degli edifici pubblici contaminati, siti web di informazioni ai cittadini, incentivi per la sostituzione delle coperture in amianto con impianti fotovoltaici. È un vasto programma quello messo a punto da Cgil, Cisl e Uil della Campania con la piattaforma unitaria sull’amianto (scarica il pdf). Un tema che interessa molto la Campania, che ha pagato un prezzo altissimo in termini di malati e di vittime: nel decennio 1993-2013 i casi di mesotelioma maligno sono stati 1.237 (per il 75,4 per cento hanno colpito la popolazione maschile), di cui soltanto 257 derivanti da esposizione professionale certa.

“La nostra piattaforma – spiega Teresa Potenza, segretaria Cgil Campania – risponde a tre emergenze: la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, la tutela ambientale e la tutela assicurativa e previdenziale. È nostra intenzione aprire un tavolo di confronto con la Regione per affrontare in maniera organica le tante problematiche ancora aperte, recuperando i ritardi e le inefficienze”. L’esigenza profonda dei sindacati campani è quella di avere “una governance con un confronto continuo e trasparente per avere certezze sugli investimenti, sul loro utilizzo e sulla qualità degli interventi”. Tra le numerose misure, che adesso vedremo in dettaglio, Potenza sottolinea l’urgenza di “un piano di bonifiche del territorio, in una regione dove l’amianto è stato utilizzato in siti produttivi importanti, come la Eternit, l’Italsider e la Cementir di Bagnoli, o come la ex Isochimica di Avellino (ndr. dove negli anni ottanta venivano scoibentate le carrozze ferroviarie), nonché in una quantità indefinita di siti pubblici e privati per i quali ancora non esiste una mappatura aggiornata e dettagliata”.

Al primo punto della piattaforma vi è la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini. Cgil, Cisl e Uil della Campania evidenziano la necessità di aggiornare il censimento e piano di sorveglianza sanitaria per gli ex esposti (perché “non tiene conto delle evoluzioni scientifiche avvenute nel tempo e dei progressi legati all’efficacia dei controlli”); di estendere la sorveglianza epidemiologica ai lavoratori interessati a bonifiche, inertizzazioni e smaltimenti; di stipulare un protocollo di sorveglianza sanitaria per gli addetti delle attività di rimozione e manipolazione, coinvolgendo i datori di lavoro.

Altro punto fondamentale della piattaforma è l’istituzione di un Fondo regionale per il risanamento e la bonifica degli edifici pubblici contaminati
, a partire dalle scuole e dal patrimonio edilizio di proprietà pubblica. Sempre in tema di salute di lavoratori e cittadini, i sindacati campani chiedono un maggior impegno sul versante delle informazioni: la creazione (e gestione) di un portale web sull`amianto; il potenziamento della rete informativa relativa alle strutture di anatomia e istologia patologica nell’ambito del Registro regionale mesoteliomi, che coinvolga anche i medici di famiglia, che sono i primi a prendere in carico le patologie polonari.

Il secondo pilastro della piattaforma sindacale è la tutela ambientale. “La prevenzione – si legge nel testo – si attua non solo con la sorveglianza sanitaria, ma anche con il controllo ambientale che la legge e il piano nazionale amianto demandano all’Agenzia regionale per la protezione ambientale”. Molto va fatto, anzitutto, sul piano dell’informazione: la Regione Campania dovrebbe rendere disponibile (su uno specifico portale web) la mappatura completa e aggiornata sia della presenza di amianto sul territorio (distinta per siti pubblici e privati e per tipologia di amianto) sia del numero di siti abbandonati contenenti amianto o rifiuti pericolosi. Sempre su questo versante, la Regione dovrebbe anche attivare uno sportello informativo per i cittadini (presso l’Agenzia regionale) al fine di fornire loro “corrette informazioni per limitare quanto più possibile il verificarsi di condizioni di rischio in relazione alla presenza di materiale contenente amianto”.

Molto va fatto sul versante delle bonifiche e degli impianti di smaltimento: non solo le realizzazioni vanno accelerate (anche allo scopo di “creare nuovi posti di lavoro” e “per rilanciare in parte l’economia del settore edile”), ma la Regione deve convocare un tavolo, con sindacati, Inail e Agenzia campana, per coordinare l’attività dei Comuni in relazione a queste attività. La stessa cosa dovrebbero fare i singoli Comuni, istituendo quindi tavoli tecnici per discutere lo stato di avanzamento dei lavori di rimozione e smaltimento di prodotti contenenti amianto di modeste dimensioni. Cgil, Cisl e Uil della Campania, infine, chiedono alla Regione sia di definire intese con le parti sociali per la trasparenza e il contenimento dei prezzi, sia di definire incentivi per la sostituzione delle coperture in amianto con impianti fotovoltaici.