A marzo parte la campagna “TURISMO: non vi lasciamo soli” dedicata ai problemi dei lavoratori stagionali. Filcams e Cgil Metropolitana di Venezia saranno presenti tutte le settimane in tutte le sedi del litorale, da Chioggia a San Michele al Tagliamento per seguire le posizioni di lavoro. Scarica il materiale informativo.

Sono infatti definitivamente operativi i primi due decreti attuativi del cosiddetto “Jobs Act”, su Contratto a tutele crescenti e NASpI. Il decreto penalizza in maniera drastica tutti i lavoratori stagionali del litorale della provincia di Venezia. Nel sistema turistico stagionale della provincia di Venezia i lavoratori hanno dei contratti a termine che hanno una durata di due tipologie, inferiore ai sei mesi di durata, la maggioranza dei dipendenti con una durata media contrattuale di 3 o 4 mesi durante l'estate; pari o superiore ai sei mesi di durata.

Nel primo caso al termine della stagione estiva era possibile accedere all'indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, nel secondo caso invece la possibilità di accesso alla disoccupazione ordinaria.

Con la nuova normativa si aboliscono MINIASpI e ASpI e dal 1 maggio 2015 esisterà un nuovo ammortizzatore sociale in sostituzione di entrambi e si chiamerà NASpI.

I destinatari della NASpI sono i lavoratori dipendenti con esclusione dei dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.

Le novità più importanti riguardano i requisiti per accedere alla nuova prestazione. La NASpI è riconosciuta ai lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione e presentano questi requisiti:

• si trovino in stato di disoccupazione
• abbiano almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti alla disoccupazione
• abbiano 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti l’inizio della disoccupazione.

Viene dunque ampliato il periodo: da due anni passa a quattro e le settimane di contribuzione utili sono soltanto 13.

L’indennità mensile NASpI è pari al 75% della retribuzione mensile media degli ultimi quattro anni utili fino a 1.195 euro, più il 25% della differenza tra tale importo e la retribuzione effettiva media, fino ad un importo mensile massimo spettante di 1.300 euro (nel 2015). L’importo mensile massimo cambia rispetto a quello previsto per l’indennità AspI, passando da 1.165,58 a 1.300 euro lordi.

I lavoratori stagionali del turismo che godevano dell'ASpI o della precedente disoccupazione ordinaria non avranno più completa copertura economica dei periodi non lavorati nell'anno. Un contratto stagionale di 6 mesi ogni anno permetteva il riconoscimento dell'ASpI che quindi copriva i successivi 6 mesi fino alla stagione estiva successiva.

Per i dipendenti stagionali che godevano dell'ASpI (che non trovino altri lavori durante il periodo invernale) per avere una copertura economica per tutto l'anno, sarebbe necessario avere un contratto a tempo determinato di 8 mesi per poi ottenere 4 mesi di NASpI. Nel litorale Veneto le possibilità di avere rapporti di lavoro stagionali di 8 mesi sono praticamente inesistenti.

Ovviamente parliamo di una platea di lavoratori “professionisti” del turismo estivo, per lo più con capacità importanti per le aziende e spesso strategiche per il buon andamento organizzativo e pratico. Persone che abitano nel litorale e che non hanno alcuno sbocco lavorativo se non durante la stagione estiva. Infatti da sempre con la domanda di disoccupazione questi dipendenti sottoscrivono la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al collocamento, ma la chiamata dai Centri per l'Impiego non arriva mai. I più penalizzati sono i lavoratori stagionali del turismo che possono far valere oltre 6 mesi di contribuzione (quindi di lavoro) per ogni anno. L'abolizione dell'ASpI dal 1° maggio 2015 causerà una perdita pesante perché mancheranno 3 mesi di durata della indennità.

Crediamo iniqua ed ingiusta questa norma, ampia dimostrazione di come la politica non tenga in considerazione il turismo come motore economico e occupazionale nel Paese. Solo nella provincia di Venezia gli stagionali sono decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Si tratta di un sistema fragilissimo con maestranze che non hanno mai avuto l'articolo 18, le tutele minime, ma precari per definizione, costretti a ritmi lavorativi estivi spaventosi, norme non rispettate, lavoro “in grigio” dilagante (il famoso tutto compreso nel pagamento mensile) e a volte anche lavoro sommerso diffuso. Lavoratrici e lavoratori che non possono quasi mai far valere i loro diritti, altrimenti non verrebbero più richiamati la stagione successiva.

Negli ultimi anni il dilagare di contratti a chiamata e utilizzo indiscriminato di voucher ha già fatto perdere la possibilità di accesso all'assegno sociale intero o ridotto a molti di loro, ma pur di lavorare si accettano condizioni estreme, e oggi la politica e il governo li colpiscono inesorabilmente.

Ma sarebbe questo l'aiuto ai precari? E chi può dire di esser più debole di questi dipendenti?

Da sempre viene data la disponibilità all'impiego immediato, ma mai chiamate dal collocamento. E vogliamo raccontare che una fantomatica Agenzia li potrà collocare quando il lavoro non c'è? E i parlamentari del territorio che hanno approvato questa normativa non hanno nulla da obbiettare? O ci vogliono raccontare che in comuni come San Michele al Tagliamento o Caorle ci possa essere collocazione lavorativa invernale per migliaia di persone?