"Non sono accettabili attacchi strumentali al lavoro svolto dalle operatrici e dagli operatori del sistema dell’emergenza dell’Umbria". Lo affermano con forza Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl di Perugia, in risposta alle accuse lanciate dal sindacato autonomo, che ha messo in discussione l’operato, la professionalità e la dignità di decine di lavoratrici e lavoratori della centrale unica del soccorso.

“Un sistema non privo di criticità, certamente dovute a un processo di centralizzazione assolutamente giusto – affermano le sigle dei confederali –, e che rivendichiamo, che richiede però tempo e uno sforzo straordinario nella formazione del personale, nell’omogenizzazione delle risorse umane e delle risposte sul territorio”.

Per i sindacati, "sono i numeri che parlano da soli: nel 2014 si sono realizzati 63.257 interventi, con oltre mezzo milione di conversazioni telefoniche e con un tempo medio d'arrivo sull’evento di 15 minuti, sia nelle aree urbane che extraurbane. La centrale unica garantisce senza dubbio molteplici vantaggi: razionalizzazione dell’uso delle risorse regionali, con una differenziazione delle risposte in base ai livelli di emergenza; implementazione della risposta sanitaria alle patologie tempo dipendenti (stemi, ictus, politrauma); uniformità della formazione del personale addetto al 118; predisposizione di piani per le maxiemergenze con altri enti (protezione civile, vigili del fuoco, etc.); implementazione delle risorse in termini di personale e mezzi, che va ulteriormente rafforzata”.

“Siamo di fronte all’ennesimo attacco al lavoro pubblico – concludono Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl –; un attacco che va respinto con forza, riconoscendo l’efficenza, la professionalità e l’abnegazione di tante e tanti colleghi che, tra mille difficoltà quotidiane, garantiscono alti livelli di risposta sanitari ai cittadini dell’Umbria”.