I dipendenti di Almaviva del call center di Palermo hanno incontrato lunedì 16 marzo il sottosegretario Davide Faraone, nella sede del Pd (di via San Lorenzo). “Faraone ci ha rappresentato lo sforzo fatto dal Governo nel campo. Noi gli abbiamo chiesto assicurazioni sul fatto che le poche regole che esistono a tutela dei call center vengano applicate, come le sanzioni previste per chi non rispetta il 24 bis, nei casi in cui il committente sposta l’attività fuori dal territorio italiano e non informa i clienti  – dichiara Emiliano Cammarata, del Slc Cgil di Palermo –. Prendendo spunto da Almaviva, abbiano analizzato  la crisi del settore, un problema italiano. Compileremo, per consegnarlo a Farone nei prossimi giorni, un documento di pochi punti su cui chiedere l’intervento del Governo. Su un fatto insisteremo particolarmente: per mettere un argine al massimo ribasso e alle delocalizzazioni, bisogna recepire anche nei call center la Direttiva europea sull’assorbimento del personale nei cambi d’appalto”.  
     
Tra le richieste del Slc, anche la riapertura di un tavolo al Mise sui call center: l’ultimo incontro si è tenuto lo scorso novembre. I lavoratori hanno espresso le loro preoccupazioni. “Non vorremmo – aggiunge il dirigente sindacale – che gli sgravi fiscali, previsti dal Jobs act, servissero solo a spostare dipendenti dai vecchi contratti a quello a tutele crescenti, con i cambi di contratto. E abbiano chiesto a Faraone se è vero che nella riforma del mercato del lavoro  non rientrano i lavoratori a progetto dei call center, che sono circa 80.000. E quale piano di rientro sia previsto per questi lavoratori senza tutele”.