“Un cancro, una vera e propria metastasi alla quale il governo sembra essere totalmente indifferente”. Così il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi, commenta le operazioni della Dia di giovedì 12 marzo a Gioia Tauro in Calabria, con undici arresti e beni per 210 milioni di euro sequestrati, tra i quali il più grande parco commerciale calabrese, e i due ristoranti sequestrati a Roma nei pressi del Pantheon, per un valore che ammonta a circa 10 milioni di euro. Operazioni legate a personaggi di 'ndrangheta.

“Da due anni - prosegue la dirigente sindacale - la Cgil, insieme a Libera, Arci, Acli, Avviso Pubblico, ha consegnato al Parlamento la proposta di iniziativa popolare 'Io Riattivo il Lavoro' per dare alla gestione delle aziende confiscate gli strumenti per ritornare alla legalità e ancora né il Governo né il Parlamento hanno trovato il tempo di occuparsene e decidere“.

La segretaria confederale Cgil, con delega alla Legalità, di fronte all'ennesima notizia di beni sequestrati alle mafie, osserva: “Un fenomeno devastante e in crescita continua che segna pesantemente le prospettive di sviluppo del Paese. Un fenomeno, quello della economia mafiosa, che vale un terzo del Pil”. Quanto invece ai sequestri, e a ciò che ne consegue, Fracassi conclude: “È una vergogna, ci troviamo al cospetto di una ricchezza immensa, tolta dalle mani della mafia per passare in quelle dello Stato ma che sistematicamente va in malora, per responsabilità stessa dello Stato”.