“Con il dlgs 178/2012 ('Riorganizzazione della Croce rossa italiana'), ha avuto inizio il processo di privatizzazione dell’ente. Nei programmi del governo, la privatizzazione della Cri avrebbe dovuto portare efficienza e risanamento economico, ma finora ha solo messo in ginocchio ciò che resta di una grande tradizione, e la Croce rossa ha potuto festeggiare i suoi 150 anni di storia, smarrita tra incapacità politico-gestionale e macerie finanziarie". Così, in una nota congiunta, Stefano Vanin, segretario Fp Veneto, e
Ferdinando Bisignano, segretario Cisal Veneto.

"Per la Corte dei Conti, il primo anno di privatizzazione ha comportato un aumento del disavanzo superiore al 200% e la vendita degli immobili, che doveva essere finalizzata al risanamento, è stata invece rovinosa, con ribassi di quasi l’84%, procurando un ricavo di soli 6 milioni, a fronte di stime dei beni di oltre 36 milioni. Un patrimonio economico, oltre che culturale e ambientale, inutilmente alienato", proseguono i due dirigenti sindacali.

"La confusione normativa, testata nelle più disparate sedi di governo politico-amministrative, è l’effetto di un processo riorganizzativo disarticolato e approssimativo, che produce la perdita di servizi, che mettono a rischio il ruolo autenticamente ausiliario, che la Croce Rossa ha rivestito fino ad oggi nell’assistenza sanitaria e sociale su tutto il territorio nazionale", aggiungono Vanin e Bisignano.

"Nella fase storica attuale, che vede il nostro Paese impegnato in prima linea nella gestione di fenomeni di migrazione di massa di portata epocale, non riusciamo a comprendere come sia potuto accadere che un ente, che avrebbe potuto fornire una risposta organica alla gestione delle problematiche logistiche e sanitarie dell’accoglienza, si sia potuto disgregare in una miriade di 'minuscoli feudi', incapaci di operare sinergicamente, continuano i due esponenti sindacali.

"I lavoratori della Croce rossa regionale, per i quali si prospetta l’alienazione del complesso immobiliare di Jesolo, più che probabilmente anch'esso oggetto di offerte d'acquisto al massimo ribasso, dal dicembre scorso, sede unica di lavoro dei dipendenti dell'ente, manifesteranno il 14 marzo, dalle 10 alle 12, di fronte alla sede della Cri (via Levantina, n° 100, Jesolo), per ribadire la loro preoccupazione per la possibile perdita della sede di lavoro, dei livelli occupazionali e delle attività sin qui svolte”, concludono Vanin e Bisignano.