"Siamo davanti alla solita ricetta dei tagli alla sanità, alla rappresentazione dell'ipocrisia del governo, che dimentica in fretta le rassicurazioni date, e alla pochezza di una Conferenza delle Regioni inerte". Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta l'intesa raggiunta tra governo e Regioni, che, come imposto dall'ultima legge di stabilità, prevede pesanti tagli ai bilanci regionali e decurta oltre 2 miliardi alla sanità.

Per Lamonica "si svela l'ipocrisia dell'esecutivo di Renzi e Lorenzin, secondo cui il settore non sarebbe stato toccato. E si evidenzia ancor di più la debolezza di una Conferenza delle Regioni, che prima ha subito i tagli della manovra e poi non ha avuto il coraggio di sfidare il governo a indicare chiaramente i risparmi possibili per aggredire sprechi e inefficienze".

"Entro il 31 marzo - spiega la dirigente sindacale - è prevista un nuovo accordo per definire i dettagli, ma i 2 miliardi di aumento del Fondo Sanitario Nazionale concordati lo scorso agosto sono persi". "Così - continua - i risparmi non restano per i servizi sanitari, altro che Patto per la Salute e nuovi Livelli essenziali di Assistenza".

"Dopo anni di tagli, la formula resta sempre la stessa: fare cassa con le risorse necessarie a garantire i diritti dei cittadini. Si prosegue lungo la strada della politica di austerity - denuncia Lamonica - che considera il welfare solo un costo invece che un grande investimento per creare benessere, sviluppo e occupazione. Anche per questo - conclude - la campagna nazionale della Cgil 'Salviamo la Salute' continua la sua mobilitazione".