"Sono trascorsi circa 5 mesi da quando Poste Italiane ha comunicato, a tutte le aziende operanti nel territorio nazionale, la decisione di non appaltare più servizi di recapito postale a fronte della scelta di reinternalizzare queste attività dentro il proprio perimetro. Questa decisione ha comportato per la nostra Regione l'ulteriore perdita di 29 posti di lavoro da parte di lavoratrici e lavoratori che da anni svolgevano con grande professionalità tali servizi". È quanto dichiarano Slc Cgil e Uil trasporti di Genova.

"A questa disperata situazione siamo riusciti, con gli strumenti normativi in corso, a dare temporanea e parziale soluzione, da una parte sottoscrivendo, in sede locale, con l'azienda che ha perso l'appalto, la Transystem, un accordo di cassa integrazione straordinaria della durata di 52 settimane (con scadenza a metà ottobre 2015), dall'altra sottoscrivendo a livello nazionale un accordo per il recupero di tale personale con contratti a tempo determinato con Poste Italiane in due regioni carenti di personale quali Piemonte e Lombardia", continua la nota sindacale..

"Pur manifestando assoluto rispetto per la decisione di Poste di reinternalizzare le attività di recapito nella nostra Regione, non possiamo non evidenziare come questo presupposto sia stato immediatamente disatteso, in quanto le lavorazioni in capo ai 29 dipendenti rimasti senza lavoro sono state effettuate attraverso un consistente ricorso a lavoratori e lavoratrici a tempo determinato, ad oggi, siamo a conoscenza di contratti a 9 mesi, tutti a tempo pieno. Appare evidente la contraddizione tra la scelta di non ricorrere più ad aziende private e ancora di più a non voler inserire la Liguria come regione deficitaria di personale e quindi destinataria dei contratti a tempo determinato come le regioni del Piemonte e della Lombardia. Naturalmente come previsto da queste organizzazioni sindacali, l'accordo nazionale è riuscito solo in parte a dare sostegno ai 29 dipendenti licenziati, in quanto a fronte di una offerta di contratti a tempo determinato, non tutti hanno potuto aderirvi, per inderogabili esigenze di carattere personale. Anzi soltanto una piccola parte ha potuto spostare temporaneamente la propria attività lavorativa nelle regioni su indicate", proseguono le due sigle.

"La nostra Regione continua a perdere pezzi importanti di apparato produttivo, sia nel campo dei servizi, che in quello manifatturiero, che in quello dell'hi tech. Appare, quindi, contraddittoria la decisoria di Poste che, da una parte vuole reinternalizzare quell'attività lasciando a casa dipendenti professionalizzati di età compresa tra i 45 e i 50 anni, per poi avvalersi, con contratti a tempo determinato, di un numero maggiore di ore di quelle complessive attribuite all'agenzia di recapito che svolgeva tale attività. Importante sarebbe sottolineare che la città di Genova e la Regione Liguria, proprio per la loro particolare struttura geografica, hanno bisogno di personale, e che se è vero che il nuovo piano industriale di Poste, presentato dal nuovo amministratore delegato Francesco Caio, prevede la possibilità di circa 8.000 assunzioni su territorio nazionale, queste poche unità potrebbero trovare facilmente posto, in quanto indubbiamente dotate dei requisiti tecnici e professionali richiesti per l'attività di portalettere. In conclusione chiediamo un vostro autorevole intervento sia nei confronti di Poste Italiane che nei confronti del ministero del Lavoro, certi che un vostro concreto interesse per questa ennesima crisi occupazionale possa contribuire a risolverla", concludono i sindacati.