Jobs act, Statuto dei lavoratori, giornata mondiale della giustiizia sociale, dati Istat sulla povertà, nuovo Isee. Sono questi i temi dell'intervista a Morena Piccinini, presidente dell'Inca Cgil, andata in onda stamattina su 'Italia parla', la rubrica di RadioArticolo1 (qui il podcast).

"Per quanto riguarda il Jobs act – dice la dirigente sindacale –, nell'incontro al ministero del Lavoro abbiamo tratto l'impressione di una grande confusione, perchè troppe cose di quella legge delega restano indefinite. Ad esempio, la prevista riduzione delle tipologie contrattuali è del tutto marginale; molta attenzione, poi, è dedicata alle esigenze delle imprese, che possono usufruire, in caso di assunzioni, di varie facilitazioni. Di contro, si parla sempre meno di diritti e stabilizzazioni dei lavoratori. Nell'ottica del governo Renzi, a questi ultimi deve essere sufficiente avere un lavoro, cosa per noi intollerabile".

"Perciò – rileva Piccinini –, la Cgil si batterà per uno nuovo Statuto dei lavoratori, con l'obiettivo di costruire una proposta davvero inclusiva, comprendente tutte le tipologie contrattuali esistenti, alcune delle quali dimenticate. Insomma, una legge 300 riveduta e corretta, perchè quella in vigore risale al 1970 e si riferisce a un periodo in cui il lavoro era stabile, mentre ora con il decreto Poletti e il Jobs act il quadro è stato in larga parte manomesso. Le nuove norme devono comprendere anche i lavoratori degli appalti, per i quali stiamo raccogliendo le firme per una legge di tutele ad hoc. Noi vogliamo affermare una griglia di diritti valida per tutti, e uno strumento fondamentale sarà la contrattazione, nazionale e di secondo livello, su base territoriale e aziendale. L'azione del patronato è d'inclusione per definizione: in questi anni ci siamo battuti per far emergere, attraverso il confronto con enti previdenziali e amministrazioni locali i diritti di coloro che ne erano esclusi, dai disoccupati ai migranti".

Nel documento conclusivo del Direttivo della Cgil, si parla di contrasto agli effetti del Jobs act e non si escludono contenziosi giuridici. "È un campo – spiega il presidente dell'Inca – dove noi agiamo dal punto di vista sociale e previdenziale, mentre la Confederazione sta valutando quanto siano impugnabili le norme della nuova legge sul mercato del lavoro sotto il profilo dei diritti individuali. Il fine è sempre quello di non veder sopraffatto il lavoratore nei suoi diritti essenziali. Sempre sotto l'ottica giuridica, l'Inca ha a cuore il riconoscimento della cittadinanza agli immigrati: molti di loro hanno fatto domanda tramite i nostri sportelli e i tempi sono ormai insopportabili per smaltire le richieste sempre più numerose. Si tratta di persone che vivono da tanti anni in Italia, che pagano le tasse, che chiedono solo di essere cittadini a tutti gli effetti. Per non parlare dei tanti ragazzi nati e crescuiti nel nostro Paese, per i quali l'ingiustizia è davvero palese. La cittadinanza è davvero una grande battaglia di civiltà".

Oggi è la giornata mondiale per la giustizia sociale. "Un evento importante – precisa Piccinini – che, riferito a noi, dovrebbe vedere il riconoscimento dei livelli essenziali in tutto il Paese, troppo spesso calpestati nelle singole regioni: pensiamo alla sanità, alla non autosufficienza, alla disabilità, al sostegno alla povertà, all'equità sotto il profilo pensionistico. Tale riconoscimento significa anche maggiori finanziamenti per la riuscita di tutte queste cose. E quindi smettiamola con i tagli al welfare, perchè l'investimento sul sociale crea occupazione e dunque sviluppo, ed è fondamentale per la crescita di un Paese".

Infine, la responsabile dell'Inca si è soffermata sul nuovo Isee, l'indicatore economico per i servizi essenziali, che ha suscitato molte polemiche. "Noi abbiamo condiviso il fatto che l'Isee sia un misuratore delle risorse disponibili e della capacità di spesa in ambito familiare. Mettere tutti i redditi alla luce del sole è un principio sano, ma bisogna fare in modo che vengano esclusi i 'furbetti' dall'accesso a diritti fondamentali, come salute e servizi sociali. Per raggiungere tale obiettivo, ci vogliono controlli adeguati, correttezza e attenzione. In tal modo, l'Isee può diventare una strumento essenziale per l'erogazione dei diritti".