La Libia è nel caos, l'intervento militare internazionale contro l'Is è appeso a un filo. Si svolgerà infatti oggi, 18 febbraio, a New York la riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per discutere la situazione, dopo l'esecuzione di 21 egiziani copti. Da una parte ci sono le richieste del governo egiziano per un intervento immediato, dall'altra i timori dei governi europei che cercano invece di intraprende la strada della diplomazia.

Alla riunione di New York parteciperà il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, che chiede al consiglio di approvare il mandato per un intervento nel paese ormai nel caos. Ieri governi di  Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno diffuso una dichiarazione in cui sottolinea “l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto”.

Inevitabile la mobilitazione delle organizzazioni pacifiste, anche italiane. “Fermare la violenza e i richiami alla guerra in Libia è possibile, senza più ripetere gli errori del passato, perché esiste un'altra strada. Fermare la violenza è possibile costruendo una politica fondata sul rispetto dei diritti umani, dell'autodeterminazione dei popoli, del diritto internazionale, dello sviluppo sostenibile e della giustizia sociale”. E' quanto hanno affermato in una nota Rete della Pace, Campagna Sbilanciamoci e Rete Italiana per il Disarmo, secondo le quali “è questa la strada per raggiungere la Pace, proprio perché è la Pace ad essere l'unica strada”.


Le associazioni chiedono “con forza che il nostro Governo si assuma la responsabilità di promuovere una soluzione reale del conflitto in Libia. Un'uscita dall'anarchia armata attuale a partire da idee di Pace, di intervento nonviolento e di ricostruzione sociale che coinvolga le popolazioni per mettere in campo tutte le forze ed energie di diplomazia e di confronto verso scelte coraggiose che possano davvero spegnere l'incendio di odio e prevaricazione che sta minacciando il mondo. Tra i primi passi importanti da realizzare immediatamente - sostengono - il blocco dei flussi finanziari e delle forniture di armamenti che sostengono Isis e le milizie delle varie fazioni negli scontri di queste settimane”.

Rete della Pace, Campagna Sbilanciamoci e Rete Italiana per il Disarmo
ricordano infine “che è in corso la campagna 'Un'altra Difesa è possibile', che chiede la realizzazione di strutture istituzionali che possano intervenire nei conflitti per prevenirli e renderli meno cruenti. Costruiamo insieme questa strada di Pace”.