Il Pil italiano ferma la sua caduta. Sono i dati dell'Istat, e le letture sono ottimistiche, perché l'economia si è contratta solo dello 0,4%. Ma si tratta di letture “un po' manipolative, cioè perché l'anno si chiude con -0,4% mentre tutte le previsioni, quelle del governo, dell'Ocse e del Fondo monetario, parlavano dell'1%. A questo proposito, il dipartimento economico della Cgil pubblicherà un documento dal titolo “Ci sono o ci fanno?”, un riassunto degli errori di previsione sul Pil italiano di tutti gli istituti. Chi ha fatto peggio sono stati i governi italiani negli ultimi sette anni. Questo fa capire che non c'è solo un problema di tecnica delle previsioni, c'è anche un problema politico. Va cambiata la politica economica”. Lo ha detto Danilo Barbi, segretario nazionale della Cgil, ai microfoni di Italia Parla, su RadioArticolo1.

“Errori di questa proporzione non possono essere innocenti - ha continuato Barbi -. L'Ocse ha sbagliato di 160 miliardi all'anno su un Pil di poco più di 1500 miliardi, i governi di 220 miliardi. E poi l'errore è sempre stato dalla stessa parte, si tratta d previsioni molto più ottimistiche di come è andata a finire. Non posso credere che a quei livelli ci sia innocenza. C'è evidentemente una volontà di sottostimare gli effetti della crisi sugli investimenti e sui consumi. C'è la volontà di dire: state tranquilli che l'anno prossimo andrà meglio. Quindi che basterebbe solo aspettare perché la situazione migliori, che non ci sarebbe niente da cambiare. Invece la vicenda greca  ci sta insegnando che il problema c'è, e che bisogna cambiare le cose”.

La Grecia, secondo il segretario di Corso d'Italia, “non chiede flessibilità, chiede un cambiamento. Perché la discussione delle proposte greche sul debito ha come fine quello di abbassare l'avanzo primario dello stato rispetto a quello concordato. L'avanzo primario è quello che rimane, il surplus fra entrate e uscite al netto degli interessi. La Grecia paga molto di interesse, ma la troika gli ha imposto un avanzo primario che ha prodotto una politica di disastro sociale. Il governo greco invece dice di non voler tornare al pareggio al netto degli interessi, ma di voler tornare a un avanzo minore, in modo da poter fare delle politiche economiche e sociali diverse. Per questo la questione greca avrà conseguenze su tutti gli stati. Perché se passa il fatto che la Grecia può ridurre gli impegni sull'avanzo primario non si capisce perché altri paesi in difficoltà, come la Spagna, il Portogallo, l'Irlanda e l'Italia, non lo possano fare lo stesso. Io non sono pessimista come molta stampa italiana, perché tutto il resto del mondo fuori dall'Europa è dalla parte dei greci”.

“E' la Germania che è isolata nel mondo
, non la Grecia – ha detto Barbi -. Perché la linea tedesca affida la crescita europea agli americani e ai cinesi, l'affidandola alle esportazioni, invece di metterci del suo. Secondo i tedeschi il saldo finale dell'Europa dell'euro dovrebbe avere, come la Germania, un surplus commerciale enorme. Il resto del mondo non è d'accordo con i tedeschi perché sa che la linea tedesca impone loro di sostenere la crescita europea. Il dibattito all'interno all'Europa è drogato dal fatto che l'austerità ha molti sostenitori. Non perché sia l'unica cosa da fare o la più giusta, ma perché l'austerità svaluta i salari e diminuisce l'occupazione, creando più concorrenza fra i lavoratori. Per la crescita, invece, bisogna fare il contrario. E anche questo non è un errore in buona fede.”