La trattativa per il rinnovo nazionale dei chimici si è interrotta il 12 gennaio scorso. Motivo dello stop, l'inflazione, o meglio, le regole che stabiliscono come gli incrementi salariali siano da calcolare in base all'andamento dei prezzi.  L'ultimo ccnl prevedeva, nel triennio 2013-15, quattro tranche di aumenti, per un totale di 148 euro: finora ne sono stati pagati 86 e ne restano quindi 62. Ma con il sopraggiungere della deflazione, ne deriva che gli addetti del settore hanno già preso 34 euro in più di quanto sottoscritto, e altri 45 ne prenderanno entro il 2015, sempre in relazione all'inflazione prevista per quest'anno. Che fare allora?

"Di certo – risponde Emilio Miceli, segretario generale della Filctem –, non chiederemo ai lavoratori di restituire i soldi in più alle imprese. Il problema va affrontato, perchè l'attuale modello diventa controproducente se i prezzi sono fermi o addirittura dimunuiscono. Abbiamo proposto una rimodulazione delle due tranche salariali ancora da erogare, di 47 euro a gennaio e 15 a ottobre, mettendo 34 euro dei primi 47 in un Edr (elemento distinto della retribuzione), eventualmente da riassorbire in busta paga, ma Confindustria ha detto subito no e ha bloccato il negoziato. A questo punto, pensiamo che occorra riformare tutto il sistema, quello che del resto la Cgil non condivise all'atto della sua entrata in vigore".

Questa notizia è ripresa dal 'Diario sindacale', la rubrica del Corriere Economia, il supplemento settimanale del Corriere della Sera, a cura di Enrico Marro.