Oggi è la giornata internazionale dei migranti, e vista la presenza ormai consolidata in Italia di cittadini provenienti dai paesi terzomondisti, è l'occasione per fare il punto della situazione. Su questo, è intervenuta stamattina a 'Italia Parla', la rubrica quotidiana di Radioarticolo1, Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil.

"Da circa un ventennio, la presenza dei migranti nella nostra società è diventata molto importante – ha esordito la dirigente sindacale –. Il punto è che il riconoscimento dei loro diritti fondamentali nel nostro Paese non ha fatto tutti i passi avanti che doveva: pensiamo ai bambini che nascono e vivono da noi e si sentono italiani a tutti gli effetti, ai quali non viene riconosciuto il diritto alla cittadinanza. 'L'Italia sono anch'io', l'insieme delle associazioni e dei movimenti degli immigrati, ha presentato su questo tema una proposta di legge per due questioni fondamentali: il diritto di cittadinanza e il diritto di voto amministrativo ai residenti. Sul primo punto, sulla riforma del diritto di cittadinanza, è iniziato un lavoro nelle commissioni parlamentari, che ha cominciato a leggere le proposte di legge presentate, con l'obiettivo di arrivare a un testo unificato su cui avviare poi la discussione. Si è costituito anche un gruppo interparlamentare dell'immigrazione, ma non ci pare che il clima sociale nel Paese, segnato dalla sofferenza occupazionale e dall'impoverimento del mondo del lavoro, dia il segno che si stia per arrivare a una svolta su questa materia.

"Nel dibattito sui migranti – ha proseguito Lamonica –, in Italia come in altri paesi europei – la Francia di Marine Le Pen è il caso più eclatante – pesano moltissimo estremismi, populismi e xenofobia, che rischiano di far presa sulla gente, sollecitata da forze politiche come la Lega e i gruppi di estrema destra, in cerca di consenso elettorale. Bisogna reagire a questo clima e chiediamo alla politica di farlo, legiferando in un quadro di solidarietà e diritti, per una società più inclusiva. Il contrario di quanto sta avvenendo nell'inchiesta giudiziaria su 'Mafia capitale', dove si è scoperto un ignobile commercio illegale fatto da criminali italiani sulla pelle dei rifugiati che gravitano nei centri d'accoglienza, più redditizio addirittura del traffico di droga. Il problema è che sull'argomento noi continuiamo a reagire in base alla logica dell'emergenza, in assenza di un piano strutturato, di un sistema di regole adeguato e di un progetto per l'integrazione. E tutto ciò rende più facile il radicamento di affari illeciti. Il tema che poniamo da sempre è la qualità del progetto di accoglienza, le regole per gli appalti, gli affidamenti e le concessioni, oltre alla legalità e trasparenza che devono contrassegnare ogni atto compiuto. In Italia la spesa per i migranti è assai scarsa, rispetto alla media Ue, così come molto carenti sono i diritti sociali delle persone, legati al welfare locale. È una spesa costruita di giorno in giorno e gestita sempre con la logica dell'emergenza. Per l'ennesima volta, chiediamo al Governo di occuparsi dell'accoglienza dei rifugiati, definendo un progetto nazionale che punti all'integrazione, con regole trasparenti per la gestione". 

"Ma la legge di Stabilità del Governo va nella direzione opposta – ha rilevato ancora la segretaria confederale –, con tagli indiscriminati a tutti i livelli, che avranno ricadute negative sugli enti locali, in materia di servizi destinati ai soggetti più deboli, a partire proprio dai migranti. Viceversa, le politiche di integrazione hanno necessità di alcuni strumenti che continuiamo a non avere: oltre alla penuria di risorse a disposizione, il problema è rilanciare un'idea di welfare che riconosca i diritti di tutti coloro che lavorano nel nostro Paese e che spesso hanno i propri figli a scuola. I migranti in Italia versano circa 7 miliardi l'anno di contributi all'Inps, ma attualmente non hanno diritto ad avere le prestazioni – sanitarie, scolastiche e via dicendo – che sarebbero relative a quei contributi. E siccome l'Italia non ha stipulato accordi bilaterali con il grosso dei paesi di provenienza di queste persone, rischiano di non avere poi indietro neanche la prestazione previdenziale finale.  E l'immigrazione è anche una questione etica, perché il nostro Paese è in straordinario calo demografico, dove le immigrate fanno le assistenti familiari, che sono un pezzo consistente di welfare. Se quasi due milioni di badanti, dall'oggi all'indomani, non ci fossero più, cosa succederebbe dei nostri anziani non autosufficienti? Da noi i migranti fanno i lavori quasi sempre più sfruttati e malpagati, coprendo pieghe del mercato del lavoro che sarebbe drammatico vedersi mancare. E danno un apporto in termini di fiscalità e contribuzione, non solo nell'immediato ma anche in prospettiva. Sono una popolazione molto giovane, che lavora e ha voglia di crescere e costituisce una ricchezza per l'Italia".

"Per la giornata di oggi, la Flai ha organizzato quattro iniziative in altrettante città, con uno slogan molto bello, 'Ci sono' – ha ricordato Lamonica –. Sempre quella categoria ha organizzato una delle esperienze più significative, il sindacato di strada, che risponde a tantissime persone, a quel pezzo di lavoro immigrato irregolare e invisibile, che vive e lavora nelle nostre campagne in condizioni spesso di schiavitù. La Flai sta facendo un lavoro molto importante, che spero consegua risultati per completare la legislazione sul capolarato e sullo sfruttamento del lavoro, il segmento più povero ed emarginato del mondo dell'immigrazione. Ma non va dimenticato il ruolo svolto dai patronati, che da anni si occupano di immigrati offrendo loro servizi, e sono diventati una specie di agenzia per l'integrazione, perchè li accolgono, ci parlano, garantendone diritti e tutele. Poi ci sono tante altre esperienze, ma in ogni caso noi intendiamo continuare al fianco degli immigrati, da una parte con un'azione che affermi le questioni dei diritti sul lavoro, per quanto riguarda condizioni lavorative, applicazione dei contratti, parità salariale. Ormai gli immigrati fanno parte delle nostre Rsu, a pieno titolo rappresentanti sindacali nei posti di lavoro, e nel territorio stiamo provando ad affermare progetti di integrazione che partano dal riconoscimento dei diritti sociali, dalla casa alla scuola. Il nostro è un lavoro di lungo periodo, spesso fatto sotto traccia, ma credo che il lavoro svolto dal sindacato negli ultimi anni con i migranti sia davvero significativo: la Cgil ha quasi 400.000 migranti iscritti, a conferma che la costruzione della rappresentanza è stata fatta con molto impegno".

"Guardando all'Europa – ha concluso l'esponente della Cgil –, conclusa ad ottobre l'operazione Mare nostrum, nata e voluta dopo la tragedia di Lampedusa, oggi con Triton ha scelto una missione di pura difesa delle frontiere, non di soccorso delle persone in mare o di facilitazione, attraverso corridoi umanitari, del salvataggio dei rifugiati. Peraltro, la stessa Ue avrebbe dovuto, proprio durante il semestre italiano, far fronte allo straordinario fenomeno dei morti nel Mediterraneo. Purtroppo, ha scelto di non farlo e la missione che l'Europa ha messo in piedi è solo di difesa delle frontiere. Ricordo il naufragio di due settimane fa, con i 17 migranti morti e gli altri 177 salvati, perché c'era ancora Mare nostrum. Non so, se ci fosse stata solo Triton, cosa sarebbe successo. Ma su questo tema l'insufficienza europea è davvero straordinaria, bisognerebbe davvero cambiare il verso alle scelte politiche che si fanno. Non ci siamo, e penso che l'Italia debba provare a rispondere alla questione del Mediterraneo e dei rifugiati, cioè alla capacità di accoglienza dell'Europa. Finora, l'immigrazione non si è riusciti ad affrontarla, perché su questo i governi non cedono sovranità: da una parte, perché le materie dell'immigrazione sono nazionali; dall'altra, perchè tutti hanno paura del consenso elettorale, delle forze di destra e di quello che sta montando in materia. E questo favorirà l'ulteriore diffusione di razzismi e xenofobie".