“Si sta mettendo a rischio il posto di lavoro di 50 mila dipendenti delle province e di altrettanti delle società partecipate, senza parlare della continuità dei servizi relativi alla edilizia e alla sicurezza degli istituti scolastici, al trasporto, alla viabilità e ai servizi ambientali, gravemente falcidiati dagli ennesimi tagli lineari alla spesa”. E' quanto ha affermato la scorsa settimana alla vigilia dello sciopero generale il responsabile dei Settori pubblici della Cgil nazionale, Michele Gentile, che spiega: “Il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, nell'unico incontro avuto con Cgil, Cisl e Uil aveva affermato con nettezza che 'nessun posto di lavoro sarà perso nei processi di riorganizzazione della Pa' e che per quanto riguarda il tema del riordino delle province 'il governo terrà fede a quanto stabilito nel protocollo Governo, regioni, comuni, sindacati del 2013'”.

Secondo Gentile “alla fine la qualunquistica, perché indistinta ed inefficace, lotta ai costi della politica, produce danni all'occupazione, ai servizi ai cittadini e al paese. Qualcuno dovrebbe dire al Governo che l'effetto delle sue politiche non deve limitarsi alla 'comunicazione'”. Il sindacalista della Cgil sottolinea inoltre come “aumenta sempre di più la preoccupazione delle migliaia di lavoratori coinvolti nei processi di riforma, a partire da quelli interessati al riordino delle funzioni delle province”.

“All'affermazione del Ministro – continua Gentile - dovranno seguire altri provvedimenti, atti concreti e non solo ennesimi annunci effetto, per: garantire la certezza occupazionale ai circa 2.000 precari a tempo determinato che lavorano nei Centri per l'impiego e negli altri servizi delle province; garantire la certezza occupazionale anche per i dipendenti di quelle province (da 30 a 40) che a seguito degli ennesimi tagli previsti dalla legge di Stabilità andranno in default; garantire la certezza occupazionale per i dipendenti (circa 50 mila) delle società partecipate dalle ex province, il cui rapporto di lavoro rischia di essere interrotto o concluso a causa delle nuove e limitate funzioni delle province”.

Intanto, anche la Cgil di Roma e del Lazio, insieme alla Fp-Cgil regionale lancia un’allarme sugli effetti dei tagli decisi dal governo: "Dopo aver deciso tagli insopportabili per i nuovi enti di area vasta, la scelta del Governo di presentare un emendamento alla legge di stabilità per dimezzarne le dotazioni organiche segna la fine della riforma Del Rio: alla sola Provincia di Roma, futura Città Metropolitana di Roma Capitale, si tagliano 74 milioni di euro; l'emendamento presentato, mette a rischio quasi 500 posti di lavoro, oltre 1500 nella Regione Lazio". Così, in una nota, Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio e Natale Di Cola, segretario generale della Fp‎ Cgil di Roma e del Lazio.

"Ancora una volta - continuano - non si eliminano gli sprechi, ma si riducono i livelli essenziali dei servizi e si colpisce il lavoro. A pagare saranno i cittadini, che non avranno più garantiti i servizi (strade, scuole tutela ambientale) e si ritroveranno con la tassazione locale aumentata. E i tanti giovani, che si vedranno precluso l'ingresso nel mondo del lavoro a causa di un ulteriore blocco del turn over".

E oggi, 15 dicembre, nell’ambito delle iniziative di mobilitazione in corso sulla grave situazione delle Province, le Segreterie Regionali di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl della Toscana hanno organizzato e, in coincidenza della seduta dell’Osservatorio Regionale un presidio sit-in dei lavoratori delle Province Toscane a Firenze. L’appuntamento è alle 15 di fronte alla Sede della Giunta regionale Toscana. Per la Funzione pubblica Cgil ci sarà Debora Giomi, per la Cisl, Marco Bucci e per la funzione pubblica Uil, Paolo Becatini. 

Martedì 16 dicembre la protesta si sposterà invece a Roma, dove è previsto un presidio di Fp-Cgil, Fp-Cisl e Uil Fpl nazionali con i lavoratori e le lavoratrici delle Province, in piazza delle Cinque Lune, vicino all'ingresso del Senato.