Renato D’Agostini, per lunghi anni nostro direttore, non c’è più. Se l’è portato via, lo scorso 28 novembre, una lunga malattia che Renato ha affrontato con coraggio, serenità e sobrietà, avendo al suo fianco la sua amata Adriana e i figli Leonardo e Lorenzo, ai quali la redazione di Rassegna e i colleghi della Edit.Coop. si uniscono in un abbraccio colmo di affetto.

Renato era andato in pensione nel 2008, ma sarebbe difficile immaginare (e ricostruire) la storia degli ultimi trent’anni di Rassegna, e quindi del sistema informativo della Cgil, senza evidenziare quanto lui ne sia stato protagonista.

Arrivò al giornalismo con un percorso originale – nato nel 1943, studiò per qualche anno ingegneria, visse l’esperienza del movimento studentesco e il 68, fece i suoi primi lavori come grafico –, si formò alla “scuola” di Paese Sera, prima come cronista, poi come redattore politico, anche con responsabilità importanti. Diresse il settimanale della Cgil dal 1987 al 1998, nelle stagioni di Antonio Pizzinato, Bruno Trentin (al quale fu legato da un rapporto di profonda stima) e Sergio Cofferati. Anni difficili per il “contesto” politico, storico e sindacale: la fine della Prima Repubblica; la crisi economica che portò l’Italia sull’orlo della bancarotta; la drammatica stagione del ’92-93, con quel Protocollo del luglio ’93 che contribuì in maniera decisiva a salvare il paese e aprì l’epoca della concertazione tra governo e sindacati; l’ascesa di Berlusconi e la crisi della sinistra storica. In questo periodo – che è anche quello in cui nacque l’Edit.Coop., la cooperativa di giornalisti che da più di vent’anni edita Rassegna Sindacale – Renato D’Agostini diede al settimanale della Cgil un’impostazione di approfondimento e di apertura al sociale, risultando determinante anche nel processo di professionalizzazione della redazione.

Quando lasciò la direzione del settimanale, Renato mise a disposizione della Cgil e della Edit.Coop. esperienza, curiosità e apertura alle novità che si concretarono, nel 1999, nell’intuizione di Rassegna.it: il primo esempio di giornalismo online sindacale e sul lavoro, una testata pro-labour aperta anche alla società e all’esterno che a lungo non ha avuto eguali né in Italia né in Europa e che Renato ha diretto lasciando ampio spazio di crescita e autonomia professionale alle nuove leve di colleghi che si andavano formando, col lavoro sul campo, all’informazione digitale e multimediale.

Fu una sua idea anche il sito del Centenario Cgil: la webtv che tra il 2005 e il 2007 accompagnò le principali iniziative di celebrazione dei cent’anni della confederazione; una piattaforma video-giornalistica, questa, completamente all’avanguardia rispetto ai tempi.

Insomma Renato non è stato un direttore solo, ma tanti in uno. Le colleghe e i colleghi di Rassegna ricordano con commozione un compagno col quale è stato un privilegio fare un pezzo di strada assieme.

Ciao Renato, ciao direttore