Il 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza, è “un giorno per riflettere sui dati sempre più drammatici? No, molto di più". E' "un giorno per piantare le basi affinché questi numeri, terribili, che descrivono una strage continua, diventino un'altra cosa. Affinchè l'anno prossimo potremo parlare delle vite salvate. Affinchè la violenza lasci spazio ad un paradigma diverso nelle relazioni, basato sulla libertà e non sul possesso. Non basta la sola cronaca dei fatti, la conta agghiacciante che ci consegna il dato di una vera e propria mattanza”.

Così Anna Maria Romano (Coordinamento donne Cgil Toscana). Che aggiunge: “Bisogna guardare in faccia fino in fondo la questione e decidere di rimuoverne le cause profonde. Uno Stato civile non può che voler fare questo. Riconoscere il femminicidio come odioso fenomeno antisociale è un passo necessario per chiamare le cose con il proprio nome e prendere atto della realtà: la donna viene ancora uccisa 'in quanto donna'. E tanta violenza sulle donne non è frutto di raptus, ma dalle relazioni di genere. E l’incapacità di adattare un’ottica di genere si riflette in un’inadeguatezza delle misure di contrasto. Il femminicidio è prima di tutto un problema sociale e come tale va affrontato, lontano dagli stereotipi della donna fragile ed indifesa”.

Romano conclude così: “Abbiamo bisogno di una cultura diversa, che consenta ad ogni persona di essere tale, nella sua pienezza e libertà. Tutto ciò non si fa con le parole, ma con fatti e risorse: alla scuola, alla formazione di insegnanti, forze dell'ordine, personale medico, eccetera. Al rafforzamento de presìdi esistenti: i consultori, i centri antiviolenza e dare loro risorse e dignità. Non abbiamo bisogno di una pietosa riflessione in un giorno particolare, ma di una società capace di dare ad ognuna di noi la libertà di decidere la propria vita, fuori da ruoli precostituiti, fuori dagli stereotipi, fuori dal possesso. Insieme, donne e uomini. C’è il momento del conflitto e quello dell’alleanza: vinciamo questa guerra solo se saremo donne e uomini insieme”.