"E' ormai ufficiale quanto da tempo sosteniamo: con il calo pluriennale del PIL si opera un altro taglio alle pensioni pubbliche, per effetto del tasso annuo di capitalizzazione dei montanti contributivi che, per la prima volta, diventa negativo". Lo dichiarano i   Segretari Confederali di Cgil, Cisl e Uil, Vera Lamonica, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti.

"Riproponiamo con forza - dicono - quanto da noi già sostenuto nella piattaforma unitaria su fisco e previdenza: va attuata una correzione nel funzionamento del sistema contributivo, prevedendo un tasso di capitalizzazione minimo che impedisca la svalutazione del montante quando il PIL è negativo. Bisogna intervenire con urgenza correggendo questa grave anomalia per non impoverire ulteriormente il futuro pensionistico di milioni di italiani".

"Chiediamo perciò al Governo e al Parlamento un emendamento in tal senso alla Legge di Stabilità, che si unisca all'altro, egualmente indispensabile, di eliminazione del previsto aumento dall'11,5% al 20% sui rendimenti annuali dei Fondi Pensione. Colpire la previdenza pubblica, per effetto della recessione, e quella integrativa, per effetto di una scelta politica sbagliata, produce conseguenze disastrose che non sono più tollerabili", concludono i sindacalisti.