“Un ennesimo episodio di femminicidio. Questa volta in Calabria, nella nostra provincia. Un fatto gravissimo che non trova giustificazioni. Bisogna fermare questa spirale di violenza nei confronti delle donne che sembra non avere fine”. Con queste parole, il Segretario Generale Cgil Rc-Locri Mimma Pacifici commenta quanto accaduto lunedì 18 agosto a Monasterace, con l’omicidio della giovane Mary.

“Non è possibile che, ad oggi, avvengano fatti di tale gravità. Il femminicidio è soltanto l’ultimo atto del dramma che le donne vivono quotidianamente. Minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali sono gli aspetti quotidiani di questa tragedia che culmina nella sopraffazione omicida. E’ necessario un impegno da parte della politica tutta affinché la violenza sulle donne, che è un problema di stampo culturale, venga affrontato in quanto tale. Non basta più inasprire la pena o legiferare contro il femminicidio – sottolinea Pacifici – occorre soprattutto cambiare questo modello culturale che è improntato sulla superiorità di un genere sull’altro”.

“È necessario che le Istituzioni – aggiunge il Segretario - si impegnino nell’affrontare la questione alla radice  attraverso politiche in contrasto alla violenza sulle donne, ricerche, progetti di sensibilizzazione e di formazione, tanto più che la questione non riguarda alcune fasce di popolazione, perché le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, e a tutti i ceti economici”.

“Basti pensare – evidenzia il Segretario – che la cultura della diversità di genere ha radici tanto profonde da risultare difficili da debellare sia nel mondo del lavoro, sia nella politica. La visione patriarcale, che vede il prevalere dell’uomo sulla donna, favorisce il diffondersi di una cultura della superiorità sessuale e di una discriminante di genere”.

“Solo a partire dal buon esempio accompagnato da un concreto impegno istituzionale e politico – conclude Mimma Pacifici -, sarà possibile debellare questo sistema discriminatorio, altrimenti il rispetto dell’identità dell’altro, nella sua specificità, continuerà a rimanere un valore solo sulla carta”.