Nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 agosto si è creata una grave situazione sul treno Euro Night 234, che è uno dei pochi collegamenti ferroviari che collegano Italia e Austria, attraverso la linea che passa per Tarvisio. Quando passa per Venezia Mestre, prima di proseguire il viaggio, al treno vengono aggiunte delle carrozze col treno EN 481 che, nella notte in questione erano arrivate in orario (00.53) con non meno di 150/200 viaggiatori (secondo quanto riportato dai ferrovieri presenti). Lo riporta una nota della Filt Cgil del Veneto.

Quei viaggiatori - racconta - però non hanno potuto proseguire subito (dopo i tempi tecnici necessari) il loro viaggio perché hanno dovuto attendere l’altro “pezzo” proveniente da Roma che, purtroppo, nel suo tragitto, causa un guasto all’impianto elettrico delle vetture, ha avuto la necessità di richiedere soccorso, arrivando così a Venezia Mestre alle ore 8.29.

Al ritardo acquisito, a Mestre, se ne è aggiunto dell’altro per le operazioni di aggancio e manovra che, vista ormai l’entità del ritardo, non hanno avuto la precedenza sull’ordinario andamento dei treni.  Da Venezia Mestre il treno è finalmente ripartito alle ore 09:47 con 8 ore e 17 minuti di ritardo, costringendo i viaggiatori arrivati col treno 481 a rimanere al binario oltre 8 ore.

Vista la lunga attesa, che con il passare delle ore diventava difficile da giustificare e accettare, Trenitalia ha consegnato ai viaggiatori i cosiddetti cestini (acqua e viveri). Attenzione dovuta, peccato che la fornitura era decisamente insufficiente (1 cestino ogni 3-4 passeggeri).

A Tarvisio il treno è arrivato con 497 minuti di ritardo, se suona meglio si tratta di 8 ore e 17 minuti.

"Nessuno di noi solleva critiche sulla possibile rottura del materiale rotabile, quello che è insopportabile è la carente capacità di gestione dell’evento - dice il sindacato - . Le persone sono state trattate come merci quando, per accrescere la competitività del sistema paese, si dovrebbero trattare le merci come fossero persone".

Questa rottura, inoltre, "ci induce ad una riflessione sul cattivo funzionamento del servizio ferroviario causato dai limiti delle norme imposte alla dirigenza che opera solo sugli “obiettivi” finali. A nostro parere, avendo a disposizione il locomotore, il personale e la traccia ferroviaria, c’erano tutte le condizioni per far proseguire i viaggiatori provenuti dal treno EN 481. Gli altri viaggiatori provenienti dal “secondo pezzo” (quello in ritardo) avrebbero proseguito successivamente con una traccia ferroviaria straordinaria, con dei bus o semplicemente si poteva provvedere al loro riposo in alberghi a Mestre; in questo modo sarebbero stati trattati in modo più consono ad un servizio civile e dignitoso".

"Forse sarebbe utile tornare ai rimedi antichi che davano la priorità alle persone e non  all’obiettivo di ridurre al minimo la “quota riserve", parametro in uso per il pagamento del premio di risultato, visto che i dirigenti delle ferrovie hanno una parte del salario variabile che è legata ad obiettivi. Se si fa trasbordo di passeggeri in una stazione intermedia del percorso del treno, anche senza ritardi, viene conteggiata come riserva al prodotto (Freccia Bianca, Freccia Argento, Servizi di Base, ecc.) per cui il dirigente di turno avrà più difficoltà a raggiungere gli obiettivi, con la conseguente riduzione del relativo premio".

"Sarà di certo una coincidenza fortuita e casuale, ma da quando il conseguimento del risultato è importante, si sono ridotte le riserve evitando il trasbordo dei viaggiatori, preferendo far girare i treni vuoti - conclude il sindacato -. Forse è tempo di apportare, dopo qualche anno di esperienza su questa pessima condizione del servizio, le dovute correzioni a siffatta impostazione, per mettere al centro dell’azione i diritti dei viaggiatori".