"Pompei è l'ennesimo paradosso italiano. Un sito archeologico dalle straordinarie potenzialità, possibile volano di sviluppo per l'economia regionale, mortificato da uno stato di incuria e di abbandono e dalla disattenzione dell'amministrazione pubblica e del governo". Lo ha detto il segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella, intervenendo alla conferenza stampa sulla vicenda Pompei e sullo stato dell'edilizia regionale promossa da Cgil e Fillea Campania.

"Del 'Grande Progetto' - ha ricordato Tavella - abbiamo raccolto solo le briciole. Sono pochissimi i cantieri aperti e dei 105 milioni di euro disponibili, fra fondi nazionali ed europei, ne sono stati spesi solo 13, appena l'11,5%. Nel frattempo gli scavi hanno conquistato una ribalta mediatica negativa in conseguenza delle precarie condizioni della struttura, dal punto di vista della sicurezza e della tenuta e anche di una discutibile iniziativa sindacale, dalla quale abbiamo subito preso le distanze, che ha lasciato migliaia di turisti in attesa davanti ai cancelli".

"E' necessario - a suo giudizio - rilanciare il protocollo sulla legalità per evitare, come è già accaduto per il cantiere della Domus del Criptoportico, che si assegni un appalto con il meccanismo del massimo ribasso e si consegni un lavoro che appare già in pessime condizioni. Occorre fare sistema e mettere in rete i vari siti archeologici come Pompei, Paestum, Velia, Pozzuoli, Ercolano, Caserta e Padula, valorizzare le ricchezze del nostro territorio. C'è un indotto straordinario che, oltre agli addetti degli Scavi di Pompei, può riguardare migliaia di lavoratori".

"Il terzo report sullo stato del settore edile a cura della Fillea Cgil della Campania - ha precisato il segretario degli edili, Giovanni Sannino - conferma tutta intera la grave crisi del settore delle costruzioni in regione. Una crisi seria, strutturale che non è ancora alle nostre spalle, come confermano i dati e le analisi che compongono la redazione del Report. Dalla perdita di migliaia di posti di lavoro, alla riduzione drastica del salario e della ricchezza prodotta dai lavoratori edili, dalla riduzione consistente della contribuzione collettiva e generale, alla regressione qualitativa verso la quale sta scivolando l'intero settore".

"Dal dossier - ha aggiunto - viene fuori che il 2013 è stato il peggiore anno dell'intero quadriennio della crisi 2009-2013 e il 2014 non si presenta migliore. A dispetto dei tanti annunci di ripresa degli investimenti, dai 19 'Grandi Progetti' alla delibera di accelerazione della spesa, da Pompei al centro storico di Napoli, dai 'Programmi Europa Più in Campania', al Porto di Napoli, la situazione è pressoché in stallo comatoso. Il nostro report si propone di mantenere alta la denuncia della gravità della crisi e al tempo stesso sottolineare le potenzialità di ripresa e di crescita del settore, nell'interesse generale della regione e della sua economia".