“Cgil, Cisl e Uil giudicano in modo positivo l'iniziativa del Governo di proporre le linee di una riforma del Terzo settore, in quanto è necessario rivedere e armonizzare la legislazione in atto con lo scopo di definire una normativa in sintonia con i cambiamenti economici e sociali intervenuti negli ultimi decenni”. E' quanto si legge in un documento unitario dal titolo 'Osservazioni sulle linee guida per una riforma del Terzo settore e del Servizio civile', dove si sottolinea l'esigenza di coinvolgere le organizzazioni sindacali nel processo di riforma perché “chiama in causa in maniera determinante il lavoro”.

Secondo le tre organizzazioni “questo processo di riforma del Terzo settore deve essere parte, però, di uno scenario più ampio che abbia come perno un cambio di direzione delle scelte governative in materia di politiche di promozione e protezione sociale, che fino ad oggi sono state condizionate dalla logica dei tagli alla spesa”.

In particolare, secondo Cgil Cisl e Uil, “vanno definiti i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, insieme ad una misura di contrasto alla povertà, al rilancio del piano per i servizi socio educativi ed una normativa organica a sostegno delle persone non autosufficienti”. I sindacati, inoltre, osservano che “per raggiungere questi obiettivi è necessario superare le conflittualità e le incertezze rispetto ai compiti attribuiti ai diversi livelli istituzionali, per giungere ad una più efficace e leale collaborazione”.

Si esprime, inoltre, “apprezzamento per il richiamo alla necessità che tutte le componenti sociali convergano in un sforzo comune finalizzato al cambiamento ma, per coerenza con questa prospettiva, è necessario il riconoscimento del ruolo dei soggetti di rappresentanza non in modo episodico, ma strutturale”.

Questa impostazione vale in particolare, si legge ancora nel documento, “quando si parla di welfare partecipativo in quanto esso ha la sua ragione nella definizione di nuovi modelli di governance in cui va riconosciuto il ruolo che nelle comunità locali già oggi viene esercitato dal sindacato a tutela dei diritti sociali dei lavoratori e dei pensionati e delle loro famiglie, attraverso la diffusa concertazione sociale”.

Cgil, Cisl e Uil inoltre “vogliono essere parte attiva nel processo di riforma proposto in quanto esso chiama in causa in maniera determinante il lavoro, le condizioni per un suo sviluppo e la tutela degli occupati nelle varie espressioni del terzo settore”. Va considerato infatti che Cgil-Cisl-Uil sono firmatari di oltre dieci contratti nazionali di lavoro con importanti organizzazioni del Terzo settore.

Infine, per quanto riguarda il servizio civile, Cgil Cisl Uil scrivono: “Concordiamo con la proposta di allargare le possibilità di accesso fino ad un massimo di 100 mila giovani. Questa esperienza può rappresentare una utile opportunità nel corso della quale si acquisiscono conoscenze, si collabora alla realizzazione di progetti con finalità sociale ed è quindi una tappa del processo di maturazione umana, civile e professionale. Questa è la natura che va mantenuta al servizio civile contrastandone ogni utilizzo in sostituzione di lavoro stabile”.

In allegato il documento Cgil Cisl Uil 'Osservazioni sulle linee guida per una riforma del Terzo Settore e del Servizio civile'.