“Venga istituito nell’immediato un tavolo istituzionale per venire a conoscenza dei siti a rischio che ci sono in Calabria e, in particolare, nella provincia di Reggio Calabria, proprio a seguito di quanto sta emergendo dagli atti desecretati sulle attività illecite di smaltimento dei rifiuti da parte della ‘ndrangheta”. E’ quanto dichiarano i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil della Provincia di Reggio Calabria.

“Come sindacati – aggiungono Mimma Pacifici, Nino Costantino, Domenino Serranò e Pino Zito – abbiamo inoltrato una richiesta ufficiale al Procuratore De Raho e al Prefetto Sammartino affinché questo tavolo venga istituito e si possa così procedere alle necessarie e conseguenti mappature nonché ad avviare indagini epidemiologiche”.

“Esprimiamo – aggiungono i Segretari - non solo la nostra preoccupazione per tale gravissima problematica ma, soprattutto, la necessità che venga dato il via a una serie di iniziative finalizzate a proteggere i cittadini che stanno vivendo in zone ad altissimo rischio, inquinate, dove sono stati seppelliti fusti carichi di sostanze tossiche e radioattive”.

“Sostanze che, laddove sono state interrate, producono inquinamento territoriale e alterazioni delle falde acquifere. Non possiamo, quindi, non pensare ai tanti casi di tumori e leucemie che si stanno registrando, principalmente nella fascia ionica, e che potrebbero esser collegati ad una contaminazione globale avvenuta nell’intero territorio. Ancora una volta – sottolineano i Segretari – la ‘ndrangheta svela così la sua natura: un male della nostra Italia che agisce per i propri fini economici, a discapito della salute della popolazione”.

“Per la Cgil, Cisl e Uil della Provincia di Reggio Calabria – concludono i Segretari – è necessario che, in tempi brevi, si proceda a tali verifiche e che vengano avviate le procedure adatte per bonificare le aree a rischio. La nostra terra di Calabria è stata già violentata, ne è stata lesa la sua natura. Adesso, non possiamo più attendere. In gioco, c’è la vita dei nostri concittadini”.