Cgil, Cisl e Uil del Trentino hanno chiesto all'ufficio di presidenza del Consiglio regionale di definire rapidamente la proposta di modifica dei vitalizi già in essere, e dei trattamenti pensionistici futuri dei consiglieri regionali in Trentino–Alto Adige/Sudtirol.

"Il presidente Moltrer – ricordano i segretari generali Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - ci ha annunciato la convocazione di tutte le organizzazioni sindacali trentine e altoatesine nei primi giorni di giugno. Attendiamo il confronto con l'ufficio di presidenza per sciogliere le riserve sulla proposta in discussione". In vista di quell'incontro, Cgil, Cisl e Uil del Trentino ribadiscono la necessità di ripristinare il fondo che destinava i risparmi sui vitalizi degli ex consiglieri – 43,8 milioni, in base alle ultime stime della Regione – all'occupazione e alle famiglie colpite dalla crisi.

"La denuncia dell'ex consigliere Passerini ci ha allarmato – affermano i tre leader sindacali –. Quei soldi devono essere restituiti ai cittadini più deboli, sotto forma di incentivi alla creazione di nuovi posti di lavoro e di sostegni a chi l'impiego l'ha perso e non riesce a trovarlo. È solo un atto di giustizia contro il quale anche i beneficiari del vitalizio farebbero molta fatica ad opporsi".

Sulla ventilata possibilità che gli ex consiglieri facciano ricorso contro la riforma, promossa dai presidenti Rossi e Kompatscher, i sindacati trentini fanno fronte comune: "Un segnale pericoloso – spiegano Burli, Pomini e Alotti –, perché aumenterebbe la distanza tra politica e cittadini. Sarebbe solo l'ennesimo tentativo di difendere un privilegio. Chiediamo agli ex consiglieri di non minacciare ricorsi, ma di comprendere che si tratta di un piccolo sacrificio per dare qualche risposta in più alla nostre comunità in una difficile congiuntura economica e, soprattutto, un gesto di responsabilità che contribuirebbe ad aumentare la credibilità delle istituzioni locali".