Il Pd stravince le elezioni europee, prende il 40,8% e doppia il M5s con un distacco non immaginabile prima delle urne, specie dopo le aspettative di vittoria create da Beppe Grillo che invece si ferma al 21,2%. Forza Italia terzo partito col 16,8%. Poi Lega (6,2), Ncd (4,4) e Lista Tsipras (4). Nonostante l'avanzata dei movimenti euroscettici (M5s, Fdi e Lega), la maggior parte degli elettori hanno sostenuto partiti a favore dell'Ue. seppur con impostazioni di politica economica contrapposte. 

“Commosso e determinato per un risultato storico, ora cambieremo l'Europa”, è stato il primo commento del premier Matteo Renzi su Twitter. Gli analisti mettono l'accento sullo spostamento di voti moderati verso di lui. Sorpresa anche in Francia dove era prevista la crescita della destra estrema di Marine Le Pen, ma nessuno aveva pensato che avrebbe conquistato il podio del primo partito. Il presidente Hollande costretto a convocare per questa mattina l'unità di crisi. Schieramenti xenofobi e antieuropeisti in crescita in tutti i paesi, ma sarà difficile per loro costituire un gruppo omogeneo al Parlamento europeo. Grande successo personale di Alexis Tspipras in Grecia e vittoria della lista L'Altra Europa anche in Italia dove ha combattuto fino all'ultimo momento per il quorum del 4 per cento. In Germania successo di Schultz e tenuta della cancelliera Merkel. 

“E' importante andare a votare per cambiare l'Europa di oggi, per dare all'Europa la possibilità di essere di nuovo quell'Europa del lavoro e delle politiche sociali”. Lo aveva detto alla vigilia del voto di ieri il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in un breve messaggio video diffuso sul web e i social network. “L'Europa che propone l'uguaglianza e l'avanzamento delle condizioni dei paesi. E proprio per questo, non bisogna pensare che basta dire ‘meno Europa’ oppure non andare al voto. Invece, bisogna votare, qualificare le istituzioni e scegliere quei programmi che hanno appunto in mente che l'Europa del welfare e del lavoro sia l'Europa importante. Decidere di un'Europa che cambia e che ha istituzioni democratiche votate e partecipate dai cittadini e decidere di un futuro positivo possibile, in assenza del quale invece saremmo più in difficoltà ad uscire dalla crisi, a creare politiche di sviluppo e lavoro”.