“Bisogna dare certezze nell'approvazione delle grandi opere. Le Regioni hanno posto all'attenzione del governo una necessità drammatica delle infrastrutture nel paese”. Lo afferma il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, all'incontro “Unire, integrare, connettere” in corso alle Giornate del Lavoro a Rimini. Il dibattito stato moderato da Alessandro Barbera de La Stampa. “Non possiamo continuare a immaginare che le infrastrutture siano solo quelle tradizionali – aggiunge -, occorre sviluppare anche e soprattutto le cosiddette infrastrutture 'digitali'” Su questo, spiega il ministro, “stiamo facendo per la prima volta una proposta di legge che accomuna infrastrutture materiali e immateriali, per esempio accedendo allo stesso tipo di sgravi”.

Secondo Lupi “è necessario un cambiamento, altrimenti falliamo tutti: hanno ancora senso 1.600 aziende di trasporto pubblico locale nel nostro paese? Per gestire il trasporto pubblico non si può considerare un singolo Comune, ma la domanda e le necessità dell'utenza. Dobbiamo utilizzare la sfida oggettiva della crisi per cercare di cambiare il sistema. Tra l'altro, la leva delle infrastrutture in questa fase può aiutare la crescita”. Ma servono certezze, ribadisce Lupi: “Se ci sono risorse precise destinate ad un'opera strategica, bisogna mettersi a un tavolo per stabilire tempi certi di realizzazione”.

“La questione posta dal ministro Lupi, quella delle imprese, è centrale”. Lo afferma l'amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti. “Noi spesso abbiamo parlato di investimenti senza parlare della razionalizzazione del servizio, ora non vanno più bene i metodi e l'approccio al problema dei trasporti usato negli anni ottanta. L' urbanizzazione e il nuovo bisogno di trasporto locale hanno cambiato il quadro – a suo giudizio -, siamo in presenza di una polverizzazione delle imprese. Ma se non ci sono imprese capaci e forti, non si troverà mai il bandolo della matassa, ed una parte dei 5 miliardi stanziati sarà sprecata”.

Occorre una “nuova cultura”, aggiunge Moretti, per “evitare sovrapposizione dei vari sistemi di trasporto (treni, bus, eccetera): siamo in presenza di un'infinità di sprechi. Si dovranno quindi affrontare i problemi dell'organizzazione del lavoro”. Poi un passaggio sulle Ferrovie che Moretti lascia (sarà il nuovo ad di Finmeccanica, ndr): “Abbiamo fatto un grande lavoro nel trasporto merce-logistica, il settore è risanato e inserito nello sviluppo europeo, visto che in questo campo non esiste più un mercato nazionale. Abbiamo reso efficiente anche il trasporto locale, con un piano di investimenti di 3 miliardi. Ma il problema – insisto - è come si spendono i soldi. Si devono ricostruire vari cicli di investimento. I problemi dei trasporti non sono più politici ma tecnici. Bisogna fare sinergia. Non è un caso che negli Usa sia ripreso il trasporto di petrolio su rotaia. Da questo punto di vista le nostre ferrovie hanno resistito”.

“E' importante realizzare le infrastrutture, ma poi le imprese devono anche adottarle”. Così Pietro Guindani, presidente di Vodafone Italia. “L'Italia è uno dei paesi con più diffusione di tablet e smartphone che viaggiano su reti 3G, noi di Vodafone portiamo il 4G ad oltre il 90% della popolazione”. Sulle telecomunicazioni fisse – rame e fibra – invece “l'Italia è in grande ritardo”. “Il 50% della popolazione non ha una situazione accessibile – prosegue Guindani -, il ritardo è grave. Ci aspettiamo dal governo che l'agenda digitale sia al centro dell'iniziativa politica. Ci aspettiamo anche che la pubblica amministrazione investa nei servizi digitalizzati, è fondamentale educare i cittadini all'uso del digitale”. Poi, a suo avviso, “ci vogliono buone regole, per esempio attraverso la buona collaborazione tra operatori si possono ridurre i costi. Ben vengano – infine - le misure di sostegno agli investimenti, per coprire quella parte di popolazione scoperta e mettersi al pari di tutti gli altri cittadini europei”.

Poi il microfono va al segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari: “Prima di tutto devo fare una premessa: la Cgil conferma la solidarietà ai famigliari delle vittime di Viareggio. Ma abbiamo sempre detto che è sbagliato rendere politica la vicenda e quindi riteniamo sbagliata la contestazione di oggi contro il ministro Lupi”. Solari si riferisce alla contestazione avvenuta a inizio incontro, quando i famigliari delle vittime della tragedia di Viareggio sono entrati in sala per criticare l'ad Moretti sul tema della sicurezza.

“Spesso non riusciamo a stare al passo con l'Europa nel comparto delle reti – prosegue -. E dobbiamo dire che una delle cause del gap di produttività è la scarsa penetrazione di nuova tecnologia. In questi anni ci hanno detto di aumentare l'orario di lavoro, ma noi lavoriamo più dei tedeschi. Il problema dunque è l'organizzazione e la penetrazione delle tecnologie, perché le reti e l'intervento orizzontale in questo settore hanno un impatto diretto su tutto”.

Sul trasporto pubblico locale, secondo Solari, “c'è uno sport diffuso che è quello di spiegare che tra le forze che frenano c'è il sindacato. Ma su questo tema abbiamo cominciato a parlarne almeno dieci anni fa. Otto anni fa abbiamo presentato una piattaforma innovativa, il contratto della mobilità, quando molti riformatori di oggi avevano ancora i pantaloni corti. Abbiamo detto no alle tratte in concorrenza tra ferro e gomma, perché ci si deve concentrare su chi utilizza il bene trasporto”. L'orizzonte, osserva, “non può essere quello di 1.200 aziende, né di troppe aziende pubbliche. Le aziende devono integrarsi, dal punto di vista della modalità e sul prodotto che devono fare. Due terzi delle risorse sono finanziate dalla fiscalità, allora interviene il ruolo della politica: bisogna incentivare il sistema a cambiare in questo senso”.

Sul trasporto merci, dice il segretario, “siamo sbilanciati sul trasporto su gomma. Dovremmo riequilibrare, anche se non è semplice, ma continuiamo a finanziare il trasporto su gomma. Il punto non è solo cambiare la modalità, ma se sei in grado di sviluppare un sistema logistico integrato. Non è un caso che non esiste una azienda italiana in grado di farlo, sono tutte aziende straniere”. Il ministro Lupi ha ipotizzato un ruolo del governo nella gestione del sistema: “E' una buona idea, non lasciare solo al mercato”, conclude Solari. (pa, edn)