Secondo giorno consecutivo di proteste a Gela, dove i lavoratori delle ditte dell'indotto hanno bloccato le vie di accesso al petrolchimico per protestare contro il licenziamento di un centinaio di dipendenti per mancanza di commesse. Altri lavoratori, scaduta la cassa integrazione, temono la stessa sorte. Nello stabilimento dell'Eni - riferisce l'Ansa - non entra e non esce nessuno.

Ieri, il personale del turno di notte, addetto alla conduzione degli impianti, è rimasto in servizio per 24 ore perché non ha ricevuto il cambio, nè la mattina né il pomeriggio. Solo alle 21 di ieri sera, con l'intervento della polizia che li ha scortati, è stato possibile fare transitare alcuni pullman con i lavoratori turnisti che sono andati a dare il cambio ai colleghi. Continuano a restare fuori i "giornalieri" Eni. 

Un primo incontro tra azienda e sindacati ha permesso di congelare i licenziamenti per dare un segnale positivo alla folla dei dimostranti che presidiano gli accessi al petrolchimico. In gioco c'è il futuro non solo dell'indotto ma dell'intera raffineria di Gela, dove non riescono a decollare i nuovi appalti.