"L'unica certezza, a oggi, è che le lavoratrici e i lavoratori della Croce Rossa Italiana saranno penalizzati da turni di lavoro più pesanti. A salario ridotto. Ma se un lavoro l'avranno. Avviata la privatizzazione dell'ente, ora è il caos". Ad affermarlo in una nota sono i sindacati Fp-Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Fialp CisalCri e UsbPi della Lombardia.

Dopo la rottura delle trattative a livello nazionale, anche in Lombardia stamattina si è tenuto un presidio unitario regionale davanti alla Direzione della CRI regionale. "Inaccettabile - scrivono i sindacati - il passaggio dal contratto degli enti pubblici non economici a quello privato dell'Anpas senza la possibilità, per le organizzazioni dei lavoratori, di definire norme di raccordo: saltando queste, salta la garanzia dei posti di lavoro. E rischiano tutti, sia i lavoratori a tempo indeterminato sia quelli a tempo determinato, che in Lombardia sono la stragrande maggioranza: 634 su 790 dipendenti totali".

I sindacati chiedono dunque alla Regione di aprire con urgenza un tavolo per la tutela del servizio pubblico, dei diritti dei lavoratori e dei cittadini. Inoltre, le 5 sigle "diffidano e invitano i Comitati Locali e Provinciali della CRI a non sottoscrivere contratti difformi dalla vigente normativa, fino a quando saranno concordate le procedure per il passaggio dal contratto Epne al contratto Anpas". Venerdì 4 aprile a Roma si terrà una manifestazione nazionale unitaria.