“No alla svendita di StMicroelectronics". A dirlo è Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom Cgil, precisando che “nei giorni scorsi, con un'operazione nata esclusivamente per fare cassa, il presidente del Consiglio dei ministri ha annunciato di voler cedere e privatizzare quote di partecipazioni di alcune aziende, in parte proprietà dello Stato, per ridurre il debito pubblico, tra le quali StMicrolecronics». Una decisione paradossale, commenta Turi, visto che “si vogliono vendere azioni di società che negli anni hanno generato utili, che, nella forma di dividendi, hanno contribuito alle entrate dello Stato. Se il governo pensasse invece ad avviare una vera politica industriale per un settore strategico come l’Ict, oltre a continuare ad avere queste entrate, l'Italia vedrebbe nettamente aumentare il suo Pil».

StMicroelectronics è un’azienda italo-francese che produce componenti elettronici. È partecipata al 27 per cento dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Fondo strategico d’investimento francese. Impiega su tutto il territorio italiano circa 9.400 lavoratrici e lavoratori. “La Fiom – conclude Turi – esprime la sua netta contrarietà al piano del Presidente del Consiglio e chiede invece che si rafforzi la presenza pubblica in StMicroelectronics e che il governo si attivi al più presto per compiere scelte di politica industriale per il settore. Anche l’altra grande azienda di microelettronica, la Micron, oggi messa a rischio dal nuovo piano della multinazionale nel mondo, deve avere una prospettiva di sviluppo nel nostro paese. La Fiom, per il 12 dicembre prossimo, ha proclamato lo sciopero di tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’Ict e manifesterà a Roma davanti alla presidenza del Consiglio.