“L’uso consapevole delle parole e delle immagini, soprattutto per chi lo fa di mestiere, è una responsabilità cui non possiamo sottrarci. Insieme, anche con gli operatori dell’informazione e i responsabili dei palinsesti, dobbiamo costruire un nuovo linguaggio, un comune patrimonio semantico che parli a tutte le donne e a tutti gli uomini, adulti e piccoli, di rispetto e dignità.” Così ha dichiarato Barbara Apuzzo, segretaria nazionale e coordinatrice nazionale donne Slc Cgil, nel corso del convegno promosso da Slc “Contro la violenza sulle donne. Segnali dentro e fuori lo schermo”, che si è tenuto oggi alla Casa del Cinema di Roma.
 
Slc ha voluto focalizzare l’attenzione su quanto e come il ruolo dei mass media e dell’informazione sia determinante per avviare definitivamente e consolidare un cambiamento culturale. I mass media hanno una grande responsabilità, veicolando parole e immagini: hanno cioè la possibilità di scegliere se tramandare vecchi stereotipi cui siamo nocivamente assuefatti o contribuire ad un reale cambio di rotta”, continua Apuzzo.
 
“La Convenzione di Istanbul per prima volta riconosce una responsabilità precisa al sistema dei media anche su questi temi. E siamo convinti che non essendo la cultura una cosa astratta, anzi la fa ognuno di noi, sia necessario alimentare l’idea che la cultura sia una leva potente per cambiare il modo di pensare. E il primo cambiamento operato da due donne ai vertici del servizio pubblico radiotelevisivo, la cancellazione di Miss Italia dai palinsesti, per volontà della Presidente Rai Tarantola, e la produzione di nuove fiction con protagoniste femminili forti, volute da Eleonora Andreatta, direttrice di Rai fiction, insegnano come la partecipazione delle donne a tutti livelli sia la pre-condizione essenziale per tale cambiamento”, conclude Apuzzo.