Nel costruire una casa, se si sbagliano le fondamenta l’intero edificio ne risente. Così ha fatto la Giunta Tondo con il welfare regionale. L’errore, appunto, parte dalla base, cioè dal presupposto che in Fvg si spende troppo. Non è così”. Lo sostiene in comunicato Alessandro Baldassi, della Fp Cgil Friuli Venezia Giulia.

“Il Rapporto Oasi della Bocconi – prosegue il comunicato – fotografa una realtà ben diversa. La spesa sanitaria si attesta infatti sul 6,4 per cento del pil della nostra regione: una cifra ben più bassa della media nazionale, più bassa rispetto a regioni ‘virtuose’ quali la Liguria e l’Umbria e in linea con altre regioni in regola con i conti come la Toscana e le Marche”.

“Non c’era quindi bisogno di tagliare. La Giunta invece ha tagliato eccome. Incidendo non sui rami secchi, bensì sulla carne viva dei servizi essenziali forniti dalla sanità. Per capirlo basta dare un’occhiata all’infinita lunghezza delle liste d’attesa a cui sono costretti in molti casi i nostri concittadini”.

“L’anno simbolo della ‘gelata’ è il 2010 – afferma ancora Baldassi –. In quell’anno il drastico abbattimento delle risorse destinate alle Aziende sanitarie e il centralismo regionale sulle assunzioni hanno causato un enorme buco negli organici degli ospedali e dei distretti: in soli 12 mesi i dipendenti sono calati di oltre 500 unità”.

“Ben 500 operatori tolti dalla ‘trincea’ che deve rispondere alle domande di cura e di prevenzione poste dai cittadini. Quel vuoto enorme di operatori e di servizi non è mai stato colmato. Neanche nel 2012, anno in cui, ad esempio, l’azienda ospedaliero-universitaria di Udine, invece di recuperare, è calata di altre 39 unità e quella di Trieste di altre 20”.

“Ma non è solo il Rapporto Oasi a ‘testimoniare’ l’errore di costruzione – prosegue Benassi –. È in qualche modo la stessa Regione che lo dice. In un proprio documento, infatti, la Giunta dichiara che anche in futuro ci sarà una carenza rispetto ai fondi necessari al mantenimento dei servizi esistenti nella sanità e nel sociale. E lo fa con precisione certosina: la scopertura stimata – rispetto al 2011 – è di 105 milioni nel 2013, di 151 nel 2014 e di 201 nel 2015”.

“Si tratta di una sorta di ‘arretramento programmato’ del servizio sanitario pubblico rispetto alle esigenze della popolazione. Al calo dei redditi, alla disoccupazione e alla precarietà del lavoro si aggiunge così un indebolimento progressivo del diritto alla salute garantito dalla Costituzione”.


“Sul versante degli anziani le cose non vanno a affatto meglio. A fronte di una percentuale di over 65 vicina al 25 per cento, e seconda soltanto a quella della Liguria tra le regioni italiane, e a una platea di quasi 11 mila persone ospitate nelle strutture residenziali assistite, in gran parte non autosufficienti, la Giunta continua tenere fermo ai primi anni 90 il calendario delle politiche per gli anziani”.

“Gli standard di qualità delle case di riposo del Friuli Venezia Giulia sono ancora quelli di vent’anni fa: ci sono ancora moltissime stanze con tre e più letti per camera, la metà delle camere sono senza aria condizionata, gli operatori in servizio nelle strutture sono pochi e con poca formazione. Un tentativo di adeguamento fu fatto da Tondo a fine 2008, prevedendo – sulla carta – nuovi standard di assistenza e strutturali, giudicati peraltro insufficienti dalla Cgil”.

“Peccato però che lo stesso decreto Tondo del 2008 prevedesse un’‘autosospensione’, a parole temporanea, ma che nei fatti non è mai cessata. L’orologio di Tondo si è fermato e nel frattempo i nostri anziani e le loro famiglie ancora aspettano le nuove regole”.

“Così come – conclude Benassi – aspettano una revisione e un robusto potenziamento dell’assistenza domiciliare, attualmente insufficiente e molto disomogenea sul territorio regionale. Ma un buon sistema di welfare, come detto, non si edifica sbagliando le fondamenta”.