“Il Def 2013 contiene un'amarissima sorpresa: il Governo Monti lascia al prossimo Governo manovre da fare per 1,4 punti percentuali di Pil all'anno a partire dal 2015”. Lo dice Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd che sottolinea come “nonostante i toni trionfalistici della conferenza stampa e gli slogan delle slides di sintesi del Documento di Economia e Finanza, la drammatica verità è che, nelle pur ottimistiche previsioni del Governo Monti, il 2013 si chiuderà con un debito pubblico di 10 punti percentuali di Pil in più rispetto al 2011 e ulteriori e pesanti manovre di finanza pubblica da fare per portare il bilancio al pareggio strutturale".

A questo, per il Pd, si aggiunge “l'assenza di risorse per alcuni interventi urgenti e necessari per i prossimi mesi, lasciati scoperti dalla Legge di Bilancio approvata a Dicembre scorso”, dalla cassa integrazione in deroga ai contratti precari in scadenza nelle pa, dal 55% per le ristrutturazioni eco-sostenibili, alle missioni internazionali, dai i contratti di servizio con FS, Anas e Poste, alla salvaguardia per gli esodati.

“I dati e le previsioni del Def 2013 confermano l'insostenibilità della linea di austerità cieca e di svalutazione del lavoro prevalente nell'euro-zona e la necessità di portare avanti la correzione di rotta avviata, seppur tardivamente, con il decreto per i pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese”, conclude.