È stato firmato oggi il "patto politiche attive del lavoro 2013" tra Regione Lombardia e parti sociali, che fissa le regole per coloro che nel corso dell'anno usufruiranno di ammortizzatori sociali in deroga, introducendo il concetto di corrispondenza tra politiche passive (sostegno al reddito) e politiche attive.
 
Queste le principali novità: le politiche attive vengono allargate a coloro che accedono alla cassa in deroga; per intervento a (500 ore per lavoratore da utilizzare in modo flessibile), l'obbligo di attivazione per i lavoratori parte dal 1° aprile prossimo. Chi volesse invece cominciare subito, può partire da febbraio, ma si tratta di una facoltà individuale e non di obbligo. Invece, per coloro che accedono alla cassa in deroga con intervento b (sei mesi rinnovabili), le politiche attive sono le stesse dell'anno scorso: dote riqualificazione e dote ricollocazione per i primi mesi dell'anno, successivamente si andrà a una riorganizzazione dell'attuale sistema dotale. Per i lavoratori e le lavoratrici che sono in mobilità in deroga è a disposizione la dote ricollocazione.
 
L'accordo contiene una parte generale, dove si tracciano alcuni obiettivi da raggiungere nel corso del 2013. "Tra i più significativi – afferma Fulvia Colombini, della segreteria della Cgil lombarda – vi è quello di rendere disponibili i percorsi di politiche attive del lavoro e i relativi finanziamenti a tutti coloro che sono disoccupati o in cassa integrazione straordinaria con rischio concreto di perdita del posto di lavoro". Le parti sociali e la Regione si sono impegnate entro il 1° aprile a cambiare l'attuale sistema della dote ricollocazione e riqualificazione, modificandola con l'adozione di un'unica dote che preveda, a partire dalla presa in carico delle persone, un sistema modulare d'interventi che risponda molto di più alle necessità professionali dei lavoratori e delle imprese, e che sia misurabile e trasparente. "Ogni lavoratore – spiega Colombini – dovrebbe avere a disposizione una serie modulare di servizi al lavoro e alla formazione, che potranno essere combinati variamente tra di loro, in modo da soddisfare di più le esigenze, ad esempio di riqualificazione, formazione mirata, riconoscimento delle competenze acquisite in contesti lavorativi, ricerca attiva di un posto di lavoro ecc".
 
Gli accordi sindacali rivestono sempre un ruolo di primaria importanza per la definizione dei percorsi delle politiche attive; accordi nei quali, sentiti i lavoratori, le parti possono inserire i contenuti e i servizi da richiedere agli enti accreditati. Nei prossimi mesi s'istituirà un modello di "rating" al fine di rendere trasparenti e misurabili l'efficacia e i risultati dei percorsi che i lavoratori attiveranno. In allegato al testo dell'accordo, è stato concordato un documento applicativo che aiuterà sia le organizzazioni sindacali che le imprese nella stesura degli accordi fino al 1° aprile. Il finanziamento delle politiche attive del lavoro è garantito per quest'anno dalla dotazione del fondo sociale europeo (programmazione 2006/2013). Nel corso del 2012 i lavoratori interessati dagli ammortizzatori in deroga in Lombardia sono stati oltre 85.000.
 
"Per il 2013, purtroppo, le previsioni economiche sono ancora negative – conclude Colombini – e ci aspettiamo un ricorso ancora molto alto a questo ammortizzatore sociale; ci auguriamo che attraverso la possibilità d'interventi di politiche attive più rispondenti alle necessità del sistema produttivo e dei servizi, si possa dare aiuto a tutte le persone su cui la crisi riversa le sue influenze negative. La svolta però può arrivare solo da una vera politica industriale, che in tutti questi anni è mancata, che investa sullo sviluppo e sull'innovazione e dalla quale far discendere efficaci ed efficienti politiche attive del lavoro".